Sport

Milano, la capitale del «ciapa no»

Anche il Milan fa harakiri con l'Empoli, l'Europa resta in gioco. De Sciglio contestato

Milano, la capitale del «ciapa no»

Milano ha scelto di giocare a ciapa no. E dopo la sconfitta rovinosa dell'Inter a Firenze, il Milan è riuscito addirittura a fare anche peggio lasciandosi impallinare dall'Empoli a San Siro. Così l'Inter è tornata in corsa e il posto in Europa league invece di finire nella cassaforte rossonera è rimasto in bilico, mentre Atalanta e Lazio sono scappate. Per la prima volta anche Montella ha steccato la comunicazione. Alla fine del pomeriggio ha assolto la sua difesa, disastrosa, e segnalato «15 occasioni da gol» delle quali non c'è traccia nel taccuino della sfida segnalando un difetto in attacco: poca precisione insomma e mira discutibile. No, non siamo d'accordo. Il Milan di ieri è stato pigro, moscio nei suoi interpreti più decisivi (Suso e Deulofeu per fare nome e cognome) e in qualche caso (le distrazioni difensive di Zapata e Paletta) anche lazzarone. Perciò le sue colpe sono di gran lunga superiori agli errori di mira dell'attacco che ha speso tutto un tempo, la prima frazione, giocando alle belle statuine. Perciò nessuno a San Siro si è meravigliato dello stacco gagliardo di Mchedlidze con cui il georgiano ha beffato Zapata, l'eroe del derby rimasto probabilmente a festeggiare il tocco del 2 a 2 di una settimana prima. È vero Suso, a conferma di un pomeriggio da dimenticare, ha sbagliato il rigore del possibile 1 a 1: il portiere Skorupski, il migliore dei suoi, ha deviato due volte di seguito, sullo spagnolo e sulla stoccata di Lapadula. È ancora vero: Ocampos ha scheggiato la traversa a pochi minuti dalla sirena e altre volte è stato l'Empoli a difendersi con i denti e con le unghie per resistere all'assalto milanista. Giusto così.

Già perché Montella non ha badato a spese nel vano tentativo di risalire la china come gli è successo tante volte in campionato. Ha schierato tutta l'artiglieria a disposizione: due centravanti, due ali più un trequartista. È partito con Suso-Lapadula-Deulofeu poi ha aggiunto prima Bacca, quindi Ocampos e alla fine anche Honda per non avere rimpianti ma il risultato è rimasto negli artigli dei toscani capaci a metà ripresa di confezionare il 2 a 0 grazie a un triangolo isoscele di buona fattura, ispirato da El Kaddouri, perfezionato da Maccarone e chiuso in gol dal debuttante senagalese Thiam. Non solo, ma c'è da aggiungere che Donnarumma si è guadagnato una delle poche segnalazioni positive e gli applausi della sua curva per un paio di prodigiose parate che hanno impedito a Martusciello di chiudere il viaggio a Milano con un risultato più rotondo. A proposito: da premiare la sincerità del tecnico ospite che dinanzi ai microfoni ha ammesso la perdita di tempo dei suoi, perdita di tempo che ha suggerito all'altro deb, l'arbitro Gavillucci (uno in gamba), di accordare un recupero di 7 minuti e passa.

Il peccato mortale commesso dal Milan ieri è innanzitutto nella preparazione psicologica della sfida. Ha pensato che fosse scontato l'allungo. E invece, come gli è successo già altre volte (con Cagliari, Crotone, Pescara) ha mostrato limiti tecnici e di personalità che un club dalle ambizioni e dalla storia del Milan non può certo tradire. Se poi anche Suso e Deulofeu hanno le gomme sgonfie, la vita si fa dura. Domenica a Crotone non sarà facile. De Sciglio e Sosa, ammoniti e già diffidati, dovranno restare a Milanello: non sarà una grave perdita. I tifosi, delusi, alla fine hanno anche avuto un acceso diverbio col giovane capitano rossonero che si è visto circondare l'auto dagli ultrà all'uscita da San Siro. Per lui la permanenza a Milano si fa dura.

Chiusura dedicata all'Empoli: il successo di ieri può valere la salvezza. La squadra di Martusciello ha cuore, gamba e voglia.

Mica poco.

Commenti