Tra Mirabelli e Montella chi sbaglia di più?

Tra Mirabelli e Montella chi sbaglia di più?

I baci e l'abbraccio pubblicizzati dalle tv ieri pomeriggio non hanno certo sanato lo strappo pubblico e clamoroso tra Mirabelli e Montella. Uno ha provocato una scossa tellurica sotto la panchina prim'ancora che prendesse il via la sfida di Europa league con l'Aek Atene, l'altro non è riuscito nemmeno giovedì sera a offrire una esibizione di calcio geometrico come pure si dovrebbe pretendere dopo oltre 100 giorni dall'inizio della preparazione. Per la seconda volta (il precedente dopo la sconfitta con la Samp) da quando al comando del club sono arrivati Fassone e Mirabelli, è stata la società a provocare critiche e polemiche a seguito dell'improvvida intervista rilasciata dal ds a pochi minuti dalla palla al centro. Fonti interne sostengono che le parole del dirigente calabrese hanno tradito le intenzioni: forse è peggio perché significa non riuscire a esprimere una corretta comunicazione. Il comportamento di Mirabelli poi è stato ancor più censurato appena le telecamere lo hanno inquadrato, durante la ripresa, a bordo panchina, con atteggiamento malmostoso e sguardo preoccupato. Solo ai tempi di Rende avrebbero apprezzato un blitz del genere.

Montella e l'ultimo Milan non hanno fatto molto per guadagnarsi qualche indulgenza da parte del pubblico che ha già preso ad allontanarsi da San Siro (20 mila contro i 65 mila del primo preliminare). Squadra scombinata, disarticolata, sistema di gioco modificato, tante occasioni procurate (nella ripresa) e sbavate anche per eccesso di ansia che non giova certo alla precisione, in particolare continui cambi nello schieramento hanno rallentato il processo di formazione. Il gesto pubblico tra i due è servito a lanciare messaggi di tregua al cospetto dello spogliatoio che tra l'altro non sembra sia disconnesso col tecnico napoletano. Eppure il Milan è finito in un vicolo cieco: da un canto cambiare allenatore significherebbe riportare indietro le lancette dell'orologio e far naufragare la stagione, di contro tenere sulla graticola Montella, che sta gestendo le pressioni e le polemiche sfoderando dosi d'ironia pungente («regalerò a Mirabelli, che è abituato a vincere, la pillola per dormire quando si perde»), non è assolutamente utile, infine non è nemmeno tollerabile collezionare altri passi falsi e sconfitte dopo quel mercato magari sopravvalutato.

È probabile

che ogni scelta definitiva sia rinviata alla notte del 28 ottobre: Genoa, Chievo e Juve saranno il banco di prova ultimo per Montella ma farlo lavorare senza ricordargli che il tempo sta per scadere è cosa buona e giusta.

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