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Miracolo a Lione. Con il calcio low cost in vetta alla Ligue1

Dieci anni di risparmi, stadio proprio e il miglior vivaio europeo. Risultato: l'11 in campo è costato 3,5 milioni contro i 262 del Psg

I conti di Olympique Lione e Paris Saint Germain
I conti di Olympique Lione e Paris Saint Germain

Parigi - Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, o meglio le Alpi. Da qualche anno in Serie A si parla di giovani, autofinanziamento, vivai, e stadi. Chiacchiere da bar o da corridoi stretti di via Rosellini dove i presidenti si confidano e sognano di rivoluzionare il calcio italiano, con parole che spesso rimangono stampate sulla carta dei giornali senza diventare pietre su cui costruire il nuovo calcio italiano. A Lione, Jean Michel Aulas non si è fermato ai proclami e alle buone intenzioni, ma da quasi 10 anni porta avanti il progetto economico e sportivo che in Italia nessuno, o quasi, riesce a imitare: costruzione di uno stadio di proprietà, riduzione delle spese e degli ingaggi, spazio in prima squadra ai giovani del centro di formazione. Un cambio di rotta radicale per una squadra che tra il 2000 e il 2010 rappresentava l'élite del calcio francese in Europa con 7 trionfi consecutivi in Ligue1 (2002-2008) e una semifinale di Champions League nel 2010. Oggi di quella rosa sono rimasti solo Lopes (all'epoca terzo portiere, oggi titolare), Gonalons, Grenier e Lacazette, quelli che all'epoca erano 4 ragazzi, oggi sono la spina dorsale di una squadra che stupisce la Francia e l'Europa. Perché dopo qualche momento difficile, e l'esclusione dalle coppe per la prima volta in 18 anni (eliminati dal playoff di Europa League ad agosto), oggi il progetto di Aulas sta dando risultati eccellenti. Lo stadio, i cui ricavi sono stimati in 70 milioni all'anno, sarà pronto entro 12 mesi, i conti sono in equilibrio e la squadra, che ha in rosa 21 (su 31) ragazzi provenienti dal vivaio, è prima in campionato davanti al santone Bielsa e ai milioni del PSG di Ibra, Cavani e Thiago Silva.

L'anno scorso uno studio pubblicato da l'Equipe dimostrava che l'OL fosse la seconda squadra formatrice d'Europa: 31 giocatori usciti dal centro formazione erano diventati professionisti nei 5 principali campionati europei, solo il Barça (41) aveva fatto meglio, ma con investimenti molto superiori (si parla di 20 milioni all'anno). Domenica nel 3-0 al Tolosa che ha lanciato il Lione in vetta alla Ligue1, in campo erano 8 i ragazzini terribili cresciuti a Tola Vologe: Lopes, Umtiti, Gonalons, Tolisso, Ferri, Ghezzal, Fekir e Lacazette, capocannoniere della Ligue1 con 19 gol in 20 partite. Un vero e proprio tesoro per il club, dal punto di vista economico e sportivo: 8 giocatori con un'età media che supera appena i 22 anni, oggi tutti considerati incedibili, ma già a giugno tutto può succedere di fronte ad offerte eccellenti. Tutto, appunto, anche che le offerte vengano rispedite al mittente, come ha fatto Maxime Gonalons, 26 anni, capitano di questa banda di fenomeni made in Lione. Corteggiato dal Napoli, desiderato da Benitez, il centrocampista ha detto no, per rimanere nel club in cui è nato e cresciuto e con cui vuole giocare la Champions nel nuovo stadio da 58.000 posti, progettato nel 2008 e costato 450 milioni. Una cifra figlia dell'austerity di Aulas e di cessioni eccellenti. Se negli ultimi 10 anni le casse del club si sono riempite grazie ai trasferimenti record (Essien, al Chelsea per 38 milioni, Diarra al Real per 26 e Tiago alla Juve per 14), solo dal vivaio ne sono arrivati più di 70 (via Benzema, Ben Arfa, Martial, Remi, Belfodil), una cifra che va ben oltre l'autofinanziamento di una struttura che comunque costa al club circa 8 milioni a stagione.

Se Aulas volesse vendere ancora i suoi pezzi più pregiati (per Lacazette pronti dalla Premier 25-30 milioni), probabilmente ne guadagnerebbe altrettanti, ma il tempo dei sacrifici sembra finito, perché l'OL, dopo aver stupito tutti, adesso vuole anche tornare a vincere.

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