Montella chiede sacrifici per mettere fine alla dieta del Milan che non vince

Dalla Samp alla Lazio per decidere la stagione Il tecnico difende l'alimentazione alternativa

Montella chiede sacrifici per mettere fine alla dieta del Milan che non vince

Poche storie. Il Milan di Montella si ritrova dinanzi agli 8 giorni che possono decidere l'esito della sua stagione nata tra scetticismo diffuso, esaltata prima di Natale dalla Supercoppa conquistata a Doha e adesso precipitata nella mediocrità di una classifica deprimente (settimo posto). Tre gli ostacoli in sequenza: Samp oggi a San Siro, Bologna e Lazio fuori tra mercoledì 8 e lunedì 13. Tre sfide da affrontare senza Bonaventura (rientrato ieri dalla Finlandia dopo l'operazione) e con l'emergenza dichiarata in difesa dove anche Abate ha marcato visita (affaticamento muscolare) dopo il doppio ko di De Sciglio e Antonelli e la salute precaria di Calabria. La conseguenza pratica è la seguente: Montella, visto il precedente scoraggiante di Pioli col Genoa, sta meditando di arretrare addirittura Kucka allargando a sinistra Romagnoli per la scarsa fiducia nei confronti di Vangioni che a Udine però non ha sfigurato. Anche per questo motivo Martin Caceres è rimasto ieri tutto il giorno a riflettere sulla proposta economica al ribasso di Galliani (300mila euro per i tre mesi rimasti): può vestire la maglia rossonera e presentarsi con questa credenziale al prossimo mercato estivo oppure restare disoccupato.

A complicare lo scenario e a scorticare i nervi dello stesso padrone di casa, la polemica alimentata dalla storia della dieta («non è vegana» il chiarimento di Vincenzo) imposta dal tecnico e difesa a denti stretti («si applica quando siamo a Milanello e i giocatori sono sotto la mia responsabilità, bisogna fare tutto il meglio per provare a vincere, è seguita da un professionista dello staff»), segno che la diffusione del particolare proveniente dallo spogliatoio lo ha infastidito. «Chi ha voglia deve sottoporsi a rinunce e sacrifici» la stoccata spedita a qualche scettico del gruppo giocatori.

Perciò ci sarebbe stato bisogno di una robusta ricarica, come si fa col cellulare. E per la bisogna Silvio Berlusconi ha prima annunciato il suo ritorno a Milanello e poi cancellato il volo dell'elicottero a causa del maltempo. «Il presidente emana fiducia ed entusiasmo» il benvenuto di Montella che ha poi esibito tutta una striscia di dati (più pericolosità, più possesso palla, più tiri in porta, più cross) a testimonianza del fatto che i risultati negativi recenti non sono il sintomo di un declino tecnico e fisico del Milan. «Accetto le critiche, non sono turbato, devo convincere la squadra a non tornare indietro, questo non è il momento più critico della stagione, ero più preoccupato all'andata» la sua frase che può valere in una conferenza stampa ma non certo dinanzi agli spietati numeri (5 punti nelle ultime 6 partite, precedente successo a inizio anno contro il Cagliari). Tra i conti in sospeso, anche il contenzioso con l'arbitro Banti, protagonista del mancato rosso a De Paul autore poi del gol del 2 a 1. «Dico solo che quando c'è un giocatore a terra, bisognerebbe adottare lo stesso criterio che con il portiere: si aspetta la sostituzione com'è successo con Perez a Roma dove il gioco è rimasto fermo per 4 minuti» la segnalazione di Montella. Che siano giorni decisivi per il futuro del Milan è documentato anche dall'altro appuntamento, quello del famoso closing. La Ses è pronta per dimostrare ai manager Fininvest il viaggio della cifra utile a chiudere l'affare (320 milioni di euro) da Hong Kong verso il Lussemburgo, sede della società veicolo utilizzata per l'operazione.

Tale dettaglio è considerato indispensabile per dare il via alla convocazione dell'assemblea incaricata di approvare il passaggio di consegne tra la famiglia Berlusconi e il fondo cinese. Il 3 marzo è ormai dietro l'angolo.

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