Moratti: «Si riparte con Stramaccioni. No, non fate paragoni con Zaccheroni esonerato a fine stagione, o con Mancini che decise di uscire e poi ci ripensò quando era ormai troppo tardi. C'era già Mourinho».
C'è più ottimismo il giorno dopo il centunesimo di Rocchi e il quinto posto in classifica. Ma non è vero che le domande sulla riconferma del tecnico finiranno il 19 maggio dopo l'ultima di serie A. Continueranno. Lo sa Moratti e lo sa anche Andrea Stramaccioni atteso da un calendario duro, il più duro tra le pretendenti all'Europa league. Le prossime sono due trasferte, il 26 aprile a Palermo in piena zona retrocessione, poi a Napoli, partita chiave per Mazzarri che cerca l'accesso diretto alla Champions. Quindi l'8 maggio la Lazio in casa, gemellata ma diretta concorrente, il 12 a Marassi con il Genoa messo come il Palermo, e ultima in casa con l'Udinese dove i tre punti escluderanno l'una o l'altra. Cinque partite in 23 giorni con una squadra ridotta all'osso e poche probabilità di recuperare qualcuno, Palacio ha iniziato solo a correre, la stragrande maggioranza ha chiuso la stagione.
Moratti non può chiedere l'impossibile, l'Inter ha fuori 12 potenziali titolari, parole sue: «Nelle condizioni attuali far bene è già una cosa importante, ma l'orgoglio può portarci a fare anche meglio di quanto avessimo pensato. Con il Parma i giocatori hanno dimostrato prudenza, saggezza e attenzione, è tutto quello che possiamo fare in questo momento». Il resto dei pensieri è fare blocco davanti ai giudizi tranchant sulla squadra e sui dirigenti: «Le opinioni si rispettano, anche se molte volte non si conosce la situazione. Il progetto per l'anno prossimo c'è ma bisogna sempre trovare un colpevole e in questo momento è Branca». Il dg Marco Fassone, preso di mira dalla Nord, si occuperà del nuovo stadio, sempre più chiusa la strada per un ritorno di Gabriele Oriali.
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