Undici sconfitte in campionato come nel ’47-48: alla 25ª partita Inter sconfitta a Torino dalla Juventus ed esonero di Meazza. Alla 25ª del 2011-12 Inter sconfitta al San Paolo. Ore calde, Moratti arriva alle quattro e mezza sotto i suoi uffici, il tracollo a Napoli non c’è stato, ma perdere così fa male. Reazione zero, Ranieri dritto in piedi a braccia conserte, chiuso nel suo silenzio tranne quando deve difendersi: «Io mi confermerei al cento per cento. Altre cose chiedetele a Moratti». Eccolo il presidente, l’andatura e la voce tradiscono: ora, a sangue freddo, si può fare qualcosa?
«Stiamo pensando, stiamo vedendo». Lei vuole uscire da questa situazione ancora con Ranieri? «É possibile, si può fare, comunque adesso voglio capire anche il suo stato d’animo e quello dei giocatori. L’avevo sentito anche sabato ad Appiano e mi era sembrato ci fosse stata una buona ripresa dal punto di vista psicologico, ma molte volte quello non basta. Abbiamo visto tutti la partita, quindi...». Lei ha visto una reazione? «Una reazione di volontà sì, poverini, ma nel primo tempo di Napoli mi sembra non ci sia stata una reazione. Il secondo è stato un po’ meglio». Ma ci sono alternative a Ranieri, c’è in giro qualcuno che le piace? «Questo - ha risposto il presidente prima di imboccare l’ascensore all’ingresso di palazzo Saras -, non è un gioco, vedremo cosa fare».
Le alternative a Ranieri non ci sono. Ci sono solo ipotesi che crollano una dopo l’altra come pedine di un domino. Guardiola e Blanc, i nomi di peso, non arrivano adesso, non sono lì con il piede sul gas pronti a volare a Milano. Zeman sembra più una provocazione, un nome contro, uno che vive nel terrore senza aver paura di nessuno, magari va da Cambiasso e gli dice di stare zitto in panchina. «Non mi sono mai sentito con Moratti - ha detto l’attuale allenatore del Pescara -, e penso che non mi chiamerà. Ma se dovesse farlo se ne potrebbe parlare». Avrebbe risposto così anche il commercialista della Saras. Nessun segnale e poi Zdenek ha già una panchina, come Walter Zenga attuale allenatore dell’Al Nasr: prende un buon ingaggio, gioca la Champions asiatica e non c’è nessun motivo per gettare via tutto per tre mesi. Restano Andrea Stramaccioni allenatore della Primavera e il duo Baresi-Figo. Qualcuno immagina Stramaccioni che va da Stankovic e gli ordina di fare pressing su Semyour, prossimo avversario con il Catania? Difficile. E Figo, senza patentitno, sta bene dov’è, ha trovato una poltrona comoda e non ha intenzione di bruciarla. È tutto questo che frena Moratti al cambio, oltre a una questione personale e di correttezza verso Claudio Ranieri che ha accettato incondizionatamente ogni scelta societaria, dalle cessioni ai mancati acquisti invernali.
Dopo un colloquio a metà pomeriggio con Branca e Ausilio che ha confermato fiducia a tempo per il tecnico, Moratti è entrato nel cda Saras. Zanetti ha detto che la squadra si prende tutte le colpe: «Partiamo forte, poi prendiamo il gol e non sappiamo più rialzarci.
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