Magari è tutto merito di Angelo Peruzzi perché senza questo improbabile baratto, a forza di metterci tanta fantasia, questo mercato rischiava di evaporare. Comunque era un po' che Peruzzi richiamava l'attenzione della panchina, aveva un problema muscolare, un mezzo stiramento, mancava un quarto d'ora, si stavano addormentando tutti, Bari-Inter 1-1, così Lippi fa entrare Ferron e Antonio Cassano fa il 2-1. Quel sabato sera al San Nicola quando verso le dieci Cassano appare nella vita di Massimo Moratti, il presidente è in carica da quattro anni e Giampaolo Pazzini è a Zingonia in camerata davanti al tv color con la maglia delle giovanili dell'Atalanta. Peruzzi esce, il presidente si vede far fuori mezza difesa e si prende una storta per Cassano.
Dicono che Moratti si innamori e rincorra il sogno oltre il razionale, quella sera c'era anche Roberto Baggio, lui li vuole anche se sono ormai a fine corsa. E la business card di Cassano non è poi così rassicurante. Dopo aver detto che il Milan è la più grande squadra del mondo e oltre c'è solo il nulla, adesso dovrà metterci una carriolata di fantasia per cavarsela. Il suo compagno di nazionale Balotelli per fatti simili ha pagato duro. Intanto Pazzini ha detto che è contento, non felice, ha detto solo che è contento. Zanetti ha risposto che con Cassano la squadra riceverà maggiori stimoli e ha aggiunto che è un personaggio divertente. Sembrano dichiarazioni prudenti. Come quelle dei vertici, Galliani ha confessato che Pazzini gli è sempre piaciuto, Moratti ha domandato: «Utile e divertente, si metterà in riga da solo. A chi non piace Cassano?». Al 68,88 per cento dei tifosi interisti, dato rilevato da un sito assolutamente di parte.
Il fatto è che a nessuno è mai venuto in mente che questo baratto fosse possibile. Cassano si è offerto alla Roma, è tornato alla carica con la Samp e poi ha bussato anche al Genoa. Niente. Ingaggio umano, costo del cartellino pure, giudicato con Pirlo il maggior talento italiano, eppure nessuno che si sia fatto avanti. E Giampaolo Pazzini conosceva da inizio stagione il suo destino, se Diego Milito riesce a camminare, gioca Milito. Nella sessione invernale era sul mercato neppure troppo segretamente, ecco perché aveva quella rabbia in volto, nessuna voglia di sorridere neppure dopo un gol e risoluto a vendicarsi, o Juve o Milan, scansate Zenit e Napoli. Pazzini era ufficialmente sul mercato come Cassano ma a nessuno è mai venuto in mente di metterli in una comune trattativa, eppure ci sono stati giorni in cui senza fantasia il mercato era proprio zero. Adesso ci si spacca il cervello per capire chi ha fatto l'affare. Economicamente il Milan, i 7 milioni di conguaglio sono fuorvianti. Aveva pagato una penale al Madrid e ha rivenduto il giocatore valutandolo 5 milioni, è una piccola plusvalenza, 2 milioni circa. L'Inter per Pazzini ha pagato alla Samp 15 milioni più metà Biabiany. Per il 62 per cento dei tifosi di un sito neutro invece l'affare l'ha fatto l'Inter. Ma nessuno ha mai pensato a questo baratto perché né l'uno né l'altro rientravano nei progetti. Allegri non gioca sulle fasce e Pazzini ha bisogno di cross. Stramaccioni ha dichiarato che un giocatore non gli farà mai cambiare modulo e ha voluto fortemente Cassano. O forse il Milan non si fida troppo di Pato e l'Inter di Coutinho. Mercato spento a parte Gargano che per 1,5 milioni può andare in prestito all'Inter: Smit (32 anni, svincolato) è del Cagliari, Martinez (Primavera Palermo) è del Genoa, von Bergen dal Genoa al Palermo, per Tzorvas tragitto opposto.
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