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Muntari, ultima follia nel Milan teste calde

Muntari, ultima follia nel Milan teste calde

«Volevo difendere Balotelli». Sulley Muntari, dopo una notte di tormenti e sensi di colpa, è uscito alla scoperto e ha spiegato il suo folle gesto. Per evitargli l'assalto dei media, l'ufficio stampa del Milan ha convinto il ghanese a incontrare l'inviato di Striscia la notizia proprio mentre le agenzie battevano il dispositivo del giudice sportivo con la notifica della squalifica per due turni, uno reso automatico dalla diffida, l'altro "per aver strattonato" l'arbitro Rocchi all'atto dell'ammonizione. «Correvo verso Rocchi per dirgli: ma perché hai ammonito Mario?» la spiegazione dell'interessato che non tiene conto della sceneggiata successiva, con Muntari che ha strattonato Rocchi (elogiato per questo da Nicchi) intuendo il rosso, che ha tentato di resistere al provvedimento, prima di disperarsi e, rabbonito da Boateng, di avviarsi verso lo spogliatoio.

Il virgolettato di Muntari non ha sopito il dibattito sullo squallido episodio di razzismo semmai ha rilanciato un altro allarme del quale è bene parlare in casa Milan, specie dopo il botta e risposta tra Galliani e l'ad fiorentino Mencucci («Pensare che ci sia qualcosa dietro l'errore commesso dallo sponsor sulla maglia è demenziale» la stoccata del dirigente rossonero diretta a Montella; «Montella ha fatto una battuta, poveracci noi? Sì, se confrontiamo i bilanci eppure contendiamo il terzo posto fino all'ultimo» la replica viola).

L'allarme rosso scattato a Milanello è determinato dal numero consistente dei cartellini rossi collezionati dai berlusconiani in stagione. Sei il conteggio fino a domenica notte, 6 in 5 partite perché a Udine, nella sfida dell'andata, furono addirittura in due, Zapata e Boateng, ad essere espulsi lasciando in nove la squadra. Poi è successo ancora a Boateng a Catania, a Constant col Genoa, a Flamini col Napoli e da ultimo a Muntari con la Roma. Da aggiungere alla contabilità la "sfuriata" di Balotelli contro l'addizionale di Firenze a fine-partita che costò 3 turni di squalifica poi ridotti a due. È vero: Allegri può esibire orgoglioso i risultati relativi. Perché a Catania e a Genova, il Milan è riuscito in dieci a vincere egualmente, con Napoli e Roma a tenere il risultato di parità, solo in Friuli ha pagato pegno ma era un altro Milan. Segno di una grande maturità tattica e di uno spiccato senso del sacrificio collettivo.

Ai 6 rossi, per completezza di informazione, vanno aggiunte le 84 ammonizioni. Specie ai tempi di Ancelotti, il Milan, molto brasiliano e tecnico, è sempre stato un modello di comportamento: poche le ammonizioni, rare le espulsioni. Col cambio generazionale dell'estate scorsa, è aumentato il numero delle teste calde. Anche su questo aspetto, Allegri è chiamato a lavorare nel prossimo anno nel caso dovesse essere confermato in sella come appare più probabile, nonostante questo epilogo al cardiopalmo. Nel frattempo, per Siena, sta provando a recuperare Montolivo.

Ci sarà bisogno non solo del suo apporto tecnico ma anche della sua testa fredda.

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