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La musica rock di Pep la suona Stones

Da difensore centrale Guardiola lo ha trasformato in mediano offensivo

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Nato calcisticamente come difensore centrale nel Barnsley, John Stones è la rivoluzione più importante voluta da Pep Guardiola nel nuovo City di questa stagione. Quasi un metro e novanta, molto fisico e dotato di ottima elevazione, Stones ha affinato una buona tecnica anche con la palla a terra, preciso negli appoggi e anche nelle verticalizzazioni. Il Chelsea ha tentato invano di acquistarlo e la sua presenza nella nazionale inglese conferma le sue qualità e i progressi di queste ultime stagioni e oggi è un calciatore fondamentale nel nuovo Manchester City di Pep Guardiola.

Arrivato il primo febbraio del 2016 al City, Guardiola ha messo subito a soqquadro la squadra rivoluzionandola soprattutto nel reparto difensivo con una serie di acquisti pesantissimi.

La fase di possesso tipica delle sue squadre resta fondamentale con il tentativo di spostare sempre il gioco sulle fasce dove gli esterni giocano molto alti, ma qui c'è la grande novità, la posizione avanzata di John Stones inizialmente impiegato come difensore centrale nella difesa a quattro e ora mediano in quella a tre, dove è incaricato di ricevere e poi iniziare l'azione offensiva dove affianca Rodri nel nuovo 3-2-4-1. Quando la squadra è in fase di non possesso Stones torna al suo vecchio ruolo al centro della difesa a quattro con Ruben Dias. Questo doppio compito non è stato semplice da assimilare in tempi brevi da Stones e Guardiola più volte è stato tentato di sospendere l'esperimento: «Il nostro sistema di gioco era profondamente cambiato - ha confidato Guardiola - e Stones ha faticato più del previsto a calarsi in questo doppio compito ma poi ha capito. Ora sa che deve rimanere sempre concentrato perché vedi due partite diverse se giochi come difensore centrale rispetto a quando sei in mezzo al campo circondato dagli avversari e apprezzo molto i suoi progressi».

Questa nuova disposizione che ha evidenti ripercussioni su tutto il resto della manovra lascia comunque molto scettici gli scienziati del tatticismo che imputano a Guardiola di aver abbandonato la sua filosofia vincente e ora badare in modo eccessivamente ragionato alla fase difensiva. In realtà è cambiato poco o quasi niente, il ruolo di Stones è il medesimo che proprio all'Inter qualcuno aveva ipotizzato per Milan Skriniar, e in realtà oggi tutte le squadre hanno due atteggiamenti diversi quando sono in fase di possesso rispetto a quando devono difendersi. Diversamente le statistiche dicono che il City effettua mediamente solo 17 retropassaggi a gara e tende sempre ad avanzare cercando di non lasciare troppa gente dietro a guardare l'azione, i gol subiti restano comunque abbastanza significativi, 33 in quest'ultima stagione di Premier League ma con ben 13 clean sheet.

Se la loro è una fase difensiva emozionante che contro gente rapida come Lautaro e Barella va in tensione lo sapremo presto.

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