Sport

Napoli fa ancora male. Sarri non solo psicologo: "Questione di testa ma..."

"Vorrei essere ricordato per aver vinto qui Basta cali di tensione". Viola in serie positiva

Napoli fa ancora male. Sarri non solo psicologo: "Questione di testa ma..."

La tradizione più che favorevole. E la difesa della Fiorentina dimezzata, viste le squalifiche di Caceres e Milenkovic. Per la Juve, che oggi ospita i toscani all'ora di pranzo, parrebbe un turno agevole: visto però il ko di Napoli della settimana passata, meglio andarci cauti.

Tradizione, quindi: allo Stadium, in campionato, la Viola ha finora perso otto sfide su otto e un suo risultato positivo avrebbe insomma del clamoroso. Il "però" rischia tuttavia di pesare, almeno a livello inconscio. Perché nei giorni scorsi tra i tifosi bianconeri qualche mugugno c'è stato, inevitabilmente. Per il risultato (non) ottenuto a Napoli e per le dichiarazioni di Sarri, ritenute "poco" juventine: «Delle polemiche ne so abbastanza poco - ha spiegato ieri il tecnico bianconero -. Mi sembra strano strumentalizzare una frase ovvia come quella che ho detto: è chiaro che chi lavora tre anni con un gruppo rimane affezionato a certi ragazzi. Ragazzi che, facendo bene, ti hanno permesso di arrivare al Chelsea e poi qui, al top». In un mondo normale, in effetti, funziona così. Nel calcio italiano, magari no. «I tifosi si conquistato con i risultati, questo è quanto. Domenica scorsa quelli juventini erano giustamente arrabbiati, sia per la prestazione che per la sconfitta».

Adesso, si tratta di ripartire. Contro una squadra che, da quando c'è Iachini in panchina, non ha ancora perso raccogliendo due vittorie e altrettanti pareggi. Quello che Sarri si aspetta, è un'intensità maggiore «perché la differenza la fa la testa: tatticamente, le partite perse contro Lazio e Napoli non possono fare testo. Abbiamo la consapevolezza di esserci arrivati senza le giuste energie mentali e nervose. Dal momento che contro la Roma avevamo messo in scena la migliore prestazione fisica della stagione, non era pensabile crollare quattro giorni dopo: vuol dire che una condizione mentale non ottimale può influire su tutto».

Si lavora sulla testa dei giocatori, allora. Stimolandoli a non mollare mai la presa. Cosa che invece pare accadere troppo spesso: dei 21 gol presi, per esempio, ben 16 sono arrivati su una situazione di vantaggio. Quando la squadra, insomma, tende a rilassarsi dopo avere raggiunto un primo obiettivo. «I numeri non ci devono preoccupare, ma far riflettere sì. Il percorso fatto fino adesso è buono, anche se tutti abbiamo la sensazione che si possa fare qualcosa di meglio. Monitoriamo la situazione, questo sì». Anche perché la concorrenza resta lì, quasi attaccata. Il che è una novità, visto quanto accaduto negli ultimi anni. «Mi piacerebbe essere ricordato per qualche vittoria, anche se la Juve è talmente abituata a farlo che non è semplice nemmeno quello».

Vincere con il bel gioco: questa era e resta la missione. Con il tridente "pesante" o no, poco cambia. Si cerca un cambio di passo. Un po' in tutto. Partendo dalla testa. Dalla passione, Dalla cattiveria. Quella di Cristiano Ronaldo: in gol da otto gare di fila e a meno due da quota 50 reti in bianconero (Sivori ci arrivò in 65 partite, CR7 oggi giocherà la numero 70).

Magari arriverà alla cifra tonda fin da oggi: di sicuro, in quanto a testa sul pezzo, darà l'esempio.

Commenti