Napoli quasi da harakiri e Totti si scusa con gli ultrà

Napoli quasi da harakiri e Totti si scusa con gli ultrà

Roma La corsa forsennata di Fabio Simplicio per abbracciare la moglie e il figlio in tribuna dopo il gol e capitan Totti che va sotto la curva sud a parlare con i tifosi e chiedere scusa per una prova bella solo per un tempo sono le immagini della serata dell’Olimpico. Il guizzo del brasiliano che salva la Roma dalla 15ª sconfitta in campionato (ma non dai fischi della sud a fine partita, che regalano applausi solo al numero 10) e che ribassa le quotazioni del Napoli nella corsa Champions, chiude una partita strana. Dominata nel primo tempo dai giallorossi che segnano un gol, ne falliscono almeno un paio e sbattono contro De Sanctis, riagguantata dagli azzurri per 35 minuti con l’uno-due di Zuniga e Cavani e poi salvata dalla Roma con il gol di uno dei suoi “operai”. Il Napoli mette i piedi sul podio del campionato per una notte al pari della Lazio, in attesa della sfida dei biancocelesti (quasi decisiva in chiave Champions) a Udine. Con un Cavani così (ieri 22° centro, il 31° di un’altra magnifica stagione) capace di capitalizzare una sola vera palla gol, la squadra di Mazzarri può nutrire fiducia per lo sprint finale. Il Chelsea e Drogba sembrano essere finalmente usciti dalla testa dei partenopei.
Europa sempre più lontana invece per i giallorossi, con un pareggio che è più un brodino dopo due prestazioni disastrose. La curva nord accoglie il tecnico asturiano della Roma con un esplicito “Luis vattene”, mentre alla lettura delle formazioni ci sono fischi per tutti tranne che per capitan Totti, uno dei pochi a non crollare. Mazzarri si riaffida al modulo che gli aveva regalato le due vittorie consecutive con Novara e Lecce (con Lavezzi in panchina e in campo solo nell’ultima parte del match). Se l’inizio giallorosso è nell’immagine di un centrocampo tremolante che sbaglia passaggi a ripetizione, quello partenopeo con l’asse Gargano-Inler-Dzemaili pare funzionare come innesco per il contropiede. Ma dopo le due ripartenze fallite dal Napoli, la Roma dà importanti segni di vita: grandi giocate da fermo di Totti, il clamoroso errore di Gago a due metri da De Sanctis, ma soprattutto il gol di Marquinho.
La svolta arriva a inizio ripresa da un corner contestato da Kjaer (il suo tocco forse non c’è) e dall’esterno angolatissimo di Zuniga sul quale il claudicante Lobont non salta.

Il gol carica la squadra di Mazzarri e atterrisce la Roma, Cavani esce dal letargo e alla seconda palla gol che gli capita tra i piedi non fallisce. «Andate a lavorare», l’urlo della sud contro una Roma che si affloscia, ma che ha un sussulto sui titoli di coda con Simplicio. Che non evita però i fischi.

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