Napoli stile Maradona. E l'anti-Juve è Cavani

Partenopei in vetta assieme ai bianconeri come ai tempi di Diego. Anche Klose ricorda il Pibe de oro: gol di mano. Ma poi confessa

Napoli stile Maradona. E l'anti-Juve è Cavani

L'antiJuve si chiama Edison, non è una squadra ma un uomo solo al comando. Napoli milionaria o Napoli illusionista? Per ora il suo goleador vale oro e le reti di ieri una bella stornellata pallonara: Napoli in testa con la Juve, triplete-tripletta di Cavani e un gran divertimento (i gol napoletani potevano essere il doppio). Niente di meglio per avanzare la candidatura. C'era una volta il Napoli di Maradona e quello stava in testa con la Juve. Torniamo al campionato '86-87, ottava giornata, prima di giocarsela fino in fondo e portare a casa lo scudetto. Oppure torniamo alla stagione '88-89 ma era solo la quarta giornata.

Questo Napoli, c'è da scommettere, ci riproverà. Se non fosse immagine abusata ci sarebbe da rifilare a San Gennaro l'ingrato compito di conservargli il bomberone, che al resto c'è rimedio. Ai gol di Cavani pare di no. Ieri una doppietta ha risolto la partita nel giro di dodici minuti, il terzo gol è stato l'affondo da killer nella ripresa. E un sentito grazie alle facce da passerella della difesa laziale che hanno provato di tutto per rendergli vita facile e gloria assoluta. Tre gol segnati con la stessa libertà: quello prima s'accentra e tira, pescando anche la deviazione di Ciani, poi esplode la bordata avendo davanti una prateria e le mani un po' molli di Marchetti. Infine nella ripresa si lancia sul filo del gioco-fuorigioco con i laziali fermi e Marchetti che si sarà sentito un Cristo in croce. Direte tropo facile. Certo, però arrivarci. E pochi ci sanno fare come il Matador. Che poi , nel finale, abbia scalciato(letterale) il rigore provocato da Insigne (fallo stupidissimo e inutilissimo di Ciani, uno dei peggiori in campo) è peccato veniale. Almeno per ieri sera.
Partita diventata facile dopo mezzora, ma che poteva diventare un guazzabuglio di polemiche se Miro Klose, goleador cortese non avesse alzato la mano in tutti i sensi: prima per ingannare De Sanctis e infilare la palla in porta, un altro Maradona style, poi per evitare la figuraccia all'arbitro e agli altri amici suoi con scarse diottrie, dicendo: scusate, ho scherzato. E qui la gente di Napoli, che ha l'animo dolce e lo spirito fino, gli ha riservato una sorta di standing ovation, ma stando seduti, con tanto di sospirone di sollievo. Il bello del calcio, direte.

Sì, può capitare quando gli arbitri non ci vedono e i giocatori ricordano che, nonostante tutto, anche il pallone è sottoelencato alla dicitura: sport. Non per sport, ma per onestà, Klose ha abbandonato quelle brutte idee nostre e perfino glissato su quell'esasperato indiavolato e screanzato De Sanctis che gliene ha dette di tutto un po', prima dell'autoaccusa.

Klose gentleman ma senza gol. Anche così si spiega Napoli-Lazio. La gente di Mazzarri ha tenuto le unghie pronte a graffiare. Hamsik è stato di tutto e di più: bello, bellissimo, quasi incredibile. Fosse sempre così. Sarà che i laziali gli hanno lasciato spazio nemmeno fosse gioco da spiaggia. Pandev ha dormicchiato nelle poche occasioni capitate al piede suo, e quando poteva prenderci è finito in fuorigioco: con tanto di ammonizione per aver calciato a gioco fermo. Roba da multa interna. Centrocampisti e difensori hanno lavorato con bella armonia. Tutti avanti e tutti attenti. E poche chances per la Lazio, apparsa fragilina e dispersiva. Hernanes ha provato a qualificarsi con gioco raffinato, ma la difesa era burro e il centrocampo pensava solo all'attacco. Così non si va da nessuna parte. La Lazio aveva subito solo un gol nelle ultime 5 trasferte. É bastato Cavani per triplicare il passivo.

Se il campionato cercava il peso di una anti Juve, stavolta è stato chiaro. La Lazio si accomodi fra i paggi di corte. Il Napoli può provarci.

Garantisce Cavani. Per ora l'ha portato in testa e si è messo alle spalle Canè e Vinicio (70 gol) nella classifica dei cannonieri napoletani: le reti sue ora sono 72 in 101 partite. C'è tempo per raggiungere e superare perfino Maradona.

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