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Napoli twitta e Milano slittail commento 2

di Riccardo Signori

D e Laurentiis twitta, Berlusconi sbotta, Moratti pasticcia. Il presidente del Napoli è il più innovativo. Bisogna dargli atto: si è infilato nel mondo del pallone con qualche esagerazione nelle chiacchiere. Poi ha preso le misure. Ed ora, a modo suo, fa scuola. Appunto, c'è modo e modo per gestire un cambio di allenatore. Il calcio old style ci invita alle repliche delle sceneggiate che ci piacciono tanto: resta o non resta? Lo vuole o non lo vuole? Berlusconi ti invita a cena. Moratti nemmeno ti telefona. De Laurentiis già da tempo aveva capito la fine della storia con Mazzarri ed, allora, gli sono servite poche parole per chiudere i conti, un volo e via per trovar l'accordo con Benitez eppoi il gusto del tweet per annunciare la scelta: immediato, efficace, moderno. Te lo dico col tweet, potrebbe diventare uno spot di successo. Berlusconi avrebbe preferito dirtelo con una canzone. Moratti, di solito, preferisce non dirtelo.
Per il momento si astiene Agnelli che, quando c'è stato qualche fremito di tormento da parte di Conte, lo ha chiamato a casa e gli ha fatto la carezza d'ordinanza. Poi se lo è portato a Wembley e, insieme, hanno scattato foto alla Champions dei sogni. Sistemi vecchio stile.
Dai tweet a piange il telefono ci passa una storia del calcio. Oggi allenatori, giocatori, ed ora presidenti ti raccontano tutto in 140 battute. Magari banalizzano, ma che dire di Milano, ex Scala del calcio? Sta prendendo appunti. Uscire da una storia intricata con un tweet è da vincenti, uscirne con un tormentone è da retrò, se non perdenti. Il calcio del nuovo millennio non aspetta: serve vincere e convincere anche fuori campo. Direte, Milan e Inter si sono complicate la vita da sole. Milan indeciso a tutto. Moratti incompreso e talvolta incomprensibile, ma non così solitario nelle sue lotte, come vorrebbe far credere. Il sostegno mediatico c'è e si legge: mediamente un milione di copie.
Valga il caso del pasticciaccio Stramax-Mazzarri. I giornali di un grande gruppo editoriale hanno diviso colpe e demeriti: a Stramax è stata dedicata una spettacolare rosea difesa d'ufficio , alla società è stata riservata la contrarea difensiva su altre colonne. Ovviamente manca l'equilibrio tra le due tesi. Soprattutto ne è uscito che tutti sono colpevoli di tutto, tranne il numero uno: chi ha scelto Stramaccioni ed ha continuato a promettergli la conferma, pur avendo già in mano Mazzarri, dopo aver affidato l'Inter ad una compagnia che l'ha mandata allo sbando. Vien dubbio che sia questa la ragione per cui il patron non si scolla da antichi metodi di comunicazione: ti dice tutto, ma poi scopri di aver sempre capito male. Scripta, anche sui tweet, manent.

Verba volant.

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