Una Nazionale di emigrati

Un quarto dei convocati (7 azzurri) gioca all'estero, in Serie A i convocabili al minimo storico: 30%. E Gattuso potrebbe schierare un'Italia targata Premier

Una Nazionale di emigrati
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In un campionato che schiera sempre meno azzurrabili (siamo scesi sotto il 30 per cento di italiani schierati in A dopo la seconda giornata, Cagliari e Cremonese le più virtuose con 16 e 14 giocatori di casa nostra impiegati), anche il nuovo ct Gattuso non può che attingere all'estero. Un quarto dei giocatori presenti in questi giorni a Coverciano (7 su 28) per preparare le sfide con Estonia e Israele vengono da campionati stranieri.

Conseguenza logica dell'ultimo mercato che ha visto altre emigrazioni. A parte Raspadori e Retegui, rispettivamente all'Atletico Madrid (46 minuti giocati finora) e all'Al-Qadsiah (2 presenze e altrettanti gol), gli altri - dopo il passaggio di Donnarumma al City - arrivano dalla Premier League: Vicario, Calafiori e Tonali hanno già collezionato 742 minuti in tre, e il "deb" in Nazionale dei grandi Leoni, approdato al Liverpool.

Gattuso lo ha definito "sfacciato" per la sua personalità e per il modo in cui ha retto il confronto con due pesi massimi come Lukaku e Vlahovic: "Essere qui è un'emozione indescrivibile, non mi aspettavo la convocazione - così il difensore romano di nascita e padovano d'adozione a Vivo Azzurro Tv -. Mi fa molto piacere sentire queste parole da parte del mister, dovrò ripagarlo". Già allenato da Pirlo a Parma, ora ha come tecnico un altro campione del mondo del 2006, il suo anno di nascita: "Ho rivisto qualche immagine di quel Mondiale, fa un certo effetto essere allenato da campioni del genere". L'idolo da bambino era Van Dijk, suo nuovo compagno di squadra: "Ora ho la possibilità di giocarci insieme e di condividere lo spogliatoio. Qui in Nazionale ho parlato con Bonucci, mi ha dato qualche consiglio. Mi sono sempre piaciute la sua leadership e la sua capacità di giocare palla al piede".

Sono rimasti fuori da queste convocazioni, ma hanno già fatto parte del gruppo azzurro, altri calciatori che giocano in Inghilterra. Tanto che il ct potrebbe quasi schierare un undici targato Premier. Il primo è Chiesa, citato lunedì da Gattuso ed autoesclusosi per sua volontà, non essendo ancora al 100 per cento. Poi Savona e Coppola, appena arrivati al Nottingham Forest e al Brighton, Udogie, Gnonto e Okoli - che gioca in Championship - e Kayode del Brentford, chiamato da Baldini in Under 21 che ha 5 "emigrati" su 25 della rosa. Gli altri sono Chiarodia e Mane, ora in Bundesliga, Koleosho e Amatucci, che militano in Spagna. Infine c'è Ruggeri dell'Atletico Madrid e già tre volte titolare.

Nell'ultimo anno di convocazioni, mai così tanti italiani all'estero: analizzando le liste di Spalletti dopo l'Europeo, 4 su 23 nel gruppo di settembre e novembre 2024, 5 su 24 in quello di ottobre 2024, 5 su 25 a marzo 2025 e 3 su 27 nel maggio scorso per le gare di qualificazione

mondiale con Norvegia e Moldavia.

In vista dell'Estonia prove di 4-2-3-1 (Barella e Tonali davanti alla difesa e Maldini trequartista) e 4-3-3 (Locatelli uomo in più a centrocampo), ballottaggio tra Kean e Retegui in attacco.

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