
Un eroe svizzero, svizzero Italiano, 41 anni dopo Beppe Savoldi ed Eraldo Pecci, autore a soli 19 anni del rigore decisivo della finale contro il Palermo, ultimo trofeo nazionale del Bologna fino a ieri. Nel primo tempo Dan Ndoye, lontano da tutti, ma non dagli spettatori della tribuna Tevere che se lo sono goduti da vicino, aveva inscenato un bel duello con Alejandro Jimenez, certo uno dei più interessanti della partita, al pari di quello Leao-Holm sulla fascia opposta, fonte di scintille e patemi. E anche i primi minuti del secondo tempo avevano confermato la bellezza degli uno-contro-uno, nei momenti in cui il Bologna riusciva a coinvolgere il suo esterno, al quale Jimenez prima di tutto cercava di non fare arrivare la palla con un posizionamento, in fase di non possesso, molto accentrato. Poi, al 53', il gol che ha cambiato tutto: arrivato rapido sul pallone che Theo Hernandez, in scivolata, aveva tolto dai piedi di Orsolini sul bel passaggio taglia-difesa di Fabbian, Ndoye ha avuto la freddezza di non tirare subito, accentrarsi e chiudere di destro sul palo lontano. Nono gol della sua stagione vissuta all'insegna dello slalom: tra infortuni, sette partite saltate comprese le ultime tre di campionato, e posizioni di campo, un po' sulla fascia sinistra un po' su quella destra.
Lato dal quale, anticipando di testa e di fisico Pavlocic su un cross rasoterra di Cambiaghi, aveva segnato il 27 febbraio il gol del 2-1 proprio al Milan. Con il cambio di modulo, poi, ha fatto compagnia a Castro, dialogando pure col connazionale Remo Freuler.
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