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Nel campionato che riscopre i playmaker il Milan spegne per un mese la luce Biglia

Polpaccio ko per l'argentino. Da Pjanic a Brozovic, la serie A cerca i nuovi Pirlo

Nel campionato che riscopre i playmaker il Milan spegne per un mese la luce Biglia

Non si vive di solo Ronaldo, Icardi, Higuain o chi dir si voglia. Ci sono playmaker e playmaker. E magari creano la differenza. Ovvero quelli che segnano gol e quelli ti lasciano intuire il fruscio di perfezione negli ingranaggi della squadra. Prendete il Milan: aveva appena ritrovato la bella faccia del giocatore degli equilibri stabili, aveva finalmente capito che acquistare Lucas Briglia non è stato un affare così controproducente come parte del campionato scorso aveva fatto intendere. Ma è bastato lo schiocco di un muscolo, la riapertura di una vecchia ferita al polpaccio per rimettere tutto in gioco. Oggi i medici faranno accertamenti, ma l'esperienza di Gattuso ha già sentenziato: fermo almeno un mese (forse più), e tanti saluti alla sfida con la Juve dell'11 novembre. Gattuso faticherà a trovare soluzioni che anestetizzino la mancanza di un play maker-regista.

L'esperimento Bakayoko è da incubi notturni (con la Juve alle 20,30): si è visto anche contro il Genoa. A fronte di impegno e discreta capacità di interdizione, non si ritrova null'altro che lo possa eleggere playmaker di una squadra discretamente ambiziosa come il Milan. Allora sarebbe meglio ripescare Montolivo. Accertato che l'aver spedito Locatelli al Sassuolo non è stata una pessima idea, visti i risultati.

Ma il caso Biglia riproduce l'essenza e la necessità spesso dimenticate di una squadra: affidarsi all'uomo che con personalità, abilità, velocità di pensiero e piede nello sbarazzarsi del pallone, regala il tocco in meno e la chance in più. Eravamo abituati a Pirlo, interprete fantastico del ruolo. Oggi ci si può riabituare grazie ad un gruppetto di playmaker-registi che non sono lontanamente simili a Pirlo, ma aiuteranno a fare la differenza. E, chissà mai, a vincere il campionato.

Detto questo il pensiero corre alla Juve che continua a veleggiare dietro i tocchi semplici, quasi impercettibili, di calcia e amMiralem Pjanic, anche se finora il conto assist è fermo a uno. Nel passato, a fine campionato, i numeri sono stati ben più consistenti. Ma sta svezzando Bentancur. L'Inter ha finalmente trovato nella testa variopinta e nei piedi di Marcelo Brozovic il motore trainante e magari vincente del completarsi come squadra. Brozo è fiorito e rifiorito ed ha piede da assist: l'anno scorso sono stati 9 (5 nel 2015-16), quest'anno si attende il primo squillo. Il playmaker può far la differenza: ce lo dice il Napoli che l'anno passato aveva Jorginho e quest'anno ci sta provando con Hamsik, se non con Allan che pare il vero fulcro della squadra. Hamsik ci sa fare con gli assist (10 nel 2016-17, 11 l'anno prima), ma ha perso colpi. Invece Allan si sta adeguando. Diawara è il miglior rincalzo. In giro per squadre, occhio a Barreto (Samp) e De Roon (Atalanta). La Roma non ha risolto il problema dovendo fare ancora affidamento sul De Rossi traballante nei muscoli, che però conosce perfettamente il ruolo. Fatti i nomi, ne sortisce che il regista è il valore aggiunto: non a caso l'Inter voleva Modric.

Peccato che i ragazzini italiani (Mandragora, Locatelli, Cataldi?) siano ancora alle scuole medie.

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