Nemmeno Pogacar salva il Giro che si fa male da solo

I corridori protestano per il maltempo. Un fallimento per l'organizzazione senza piano B

Nemmeno Pogacar salva il Giro che si fa male da solo
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Più che finito è un Giro mutilato, vilipeso e offeso. Non centra nulla questa volta Tadej Pogacar, che l'ha tenuto in piedi con tutte le sue forze in queste due settimane, ma un insieme di pasticci e rimpalli tra organizzazione (Rcs Sport) e associazione mondiale dei corridori (CPA), rappresentata per l'occasione dal presidente Adam Hansen. «Sono preparato ad affrontare una giornata come questa, ma anche gli organizzatori dovrebbero esserlo e avere un piano B. Se vogliono che corriamo, posso farlo anch'io, ma l'organizzazione avrebbe dovuto essere migliore», dice sereno Tadej Pogacar, con il suo solito sorriso che illumina una mattina cupa, gelida, bagnata e nevosa e che lui renderà dolce e carica di luce per la sua quinta vittoria di tappa, che gli consente di incrementare il vantaggio su tutti.

Ogni anno la stessa storia, con gli stessi attori: da una parte gli organizzatori senza piano B e alternative da spendere, dall'altra i corridori che la sera precedente chiedono sicurezza e rassicurazioni. Il tutto condito dal solito minuetto del si parte e non si parte che dura ore, con il sindaco di Livigno (Remo Galli, ndr) sulla linea di partenza che attende i corridori e questi non si presentano, perché nel frattempo comincia a nevicare. «Noi non siamo dei pagliacci e non facciamo nessuna sfilata», fanno sapere i corridori parecchio indispettiti.

Toni indignati: i corridori hanno disatteso l'accordo, con tanto di stretta di mano tra le parti! Fanno sapere con una nota gli organizzatori feriti nell'orgoglio. «È vero, la mano l'ho data io ci conferma Christian Salvato, presidente nazionale dei corridori e delegato mondiale -, peccato che dopo un'ora e mezza, la pioggia si sia trasformata in neve e i corridori non se la sono sentita di sfilare per le vie di Livigno».

Arrabbiati i corridori, molto duro Ben O'Connor, l'australiano della Decathlon Ag2r La Mondiale, che definisce il direttore del Giro Mauro Vegni un «dinosauro» e il Giro «una delle corse peggio organizzate al mondo».

Philippe Gilbert, ex campione del mondo e cacciatore di classiche, su Instagram sceglie invece la strada dell'ironia, postando una cartina e quattro divieti di accesso sulle prossime tappe di montagna e consiglia i suoi ex colleghi a prendere direttamente la via per Roma. La sua è chiaramente una provocazione, ma visto la tappa che ci attende oggi, con passo Sella e Rolle da scalare, non è escluso che ci si ritrovi al punto di partenza: quello di non partire.

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