È ufficiale: nessuno vuole scansarsi. E non perché non hanno voglia di finire sotto la lente d'ingrandimento di Pecoraro, capo della procura già intervenuto lesto appena Ranieri ha provato a rievocare un episodio storico del 2010. No. Non hanno nessuna voglia di scansarsi perché da oggi comincia un mini torneo di 4 turni con 5 squadre partecipanti raccolte in un fazzoletto di 4 punti appena (da Atalanta a quota 59 fino alla Lazio quota 55) che ha già sostituito nell'immaginario collettivo persino il fascino dello scudetto già cucito sulla maglia di CR7 e l'adrenalina per la retrocessione, capitoli archiviati da un pezzo. L'intreccio Champions parte e si bagna nelle due sponde di Roma che non si risparmiano colpi bassi. Dopo la zampata di Ranieri, Simone Inzaghi è rimasto nei ranghi («io parlo solo di calcio»), Gian Piero Gasperini invece è uscito allo scoperto per rispedire al mittente i sospetti. «Siamo noi, non è la Lazio, l'obiettivo di Ranieri che ha scaricato un po' di veleno, siamo noi i veri parafulmini delle gufate, ci tirano le freccette ma se le vinciamo tutte e 4 andiamo noi in Champions» è la sua replica molto concreta, come piacerebbe a Max Allegri. Eccolo allora questo mini-campionato che comincia oggi separando la Lazio dalla Roma con tre ore di fuso calcistico: si comincia nel pomeriggio alle 15 con la sfida dell'Olimpico che sarà poi replicata nella finale di coppa Italia tra dieci giorni e si chiude alle 20 con l'esito del viaggio della Roma a Marassi contro il Genoa, da sempre intristito e inseguito dalla contestazione del suo pubblico che non vuole più saperne di Preziosi, il presidente.
«Noi e l'Atalanta siamo due esempi di continuità e di buon calcio»: questa è la medaglietta che Simone Inzaghi si appende sul petto prima di incrociare il rivale più atteso del quartetto poichè il Toro ha già pareggiato il suo derby e il Milan - tormentato dai vizi dei suoi ragazzacci spediti in castigo da Gattuso - deve aspettare lunedì sera per provare a disarmare gli artigli del Bologna dell'ex avvelenato Mihajlovic. La Lazio deve sperare che Immobile torni il bomber di un anno prima e che Correa si riconfermi non solo l'eversore più temuto ma anche quello più in forma della compagnia laziale. «Servono coraggio e convinzione» la ricetta semplice semplice di Inzaghi.
Già, fosse davvero così facile mettere il turbo e scattare verso il quarto posto. La Roma, ad esempio, sembra quasi più interessata a cancellare le orme di Di Francesco e a farsi coccolare dalle notizie improbabili sul futuro allenatore (l'ultima proveniente da Parigi accredita la candidatura di Mourinho addirittura!). Manolas pronuncia frasi che valgono un atto di accusa vero e proprio. La prima: «Ranieri non parla mai alle spalle». La seconda: «Ora difendiamo in 11 e non in 3-4». La terza: «Dobbiamo sperare che Atalanta e Milan sbaglino qualcosa». Viva la sincerità. Ecco le freccette di cui parla Gasperini.
Ma naturalmente conta imporsi a Marassi dove il Genoa non è ancora salvo e dopo aver perso col Toro non può permettersi un altro scivolone domestico. Più che un mini torneo sembra una sorta di giallo poliziesco. Per scoprire l'assassino basta aspettare qualche settimana.
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