Federica che fa? Fine della storia?
«Macchè, mi prendo un anno di riposo. Se ancora avevo qualche dubbio, ora ho una certezza. L'ho capito fin dai 400 metri che è un anno così. Niente addio, solo un arrivederci».
A quando?
«Nel prossimo anno vorrei pensare il meno possibile al nuoto, ai tempi, al crono. Farò gare brevi per divertirmi. Poi tornerò per andare a Rio. Sono ancora giovincella».
Federica Pellegrini si presenta, nella mix zone dedicata alle interviste, scarpe in mano, un po' scapigliata, un sorriso spento ma tranquillo.
Delusa?
«Quello sì. Pensavo di migliorare il tempo della semifinale. E' chiaro che non sono arrivata qui in grande stato di forma. Più di questo non potevo dare. Comunque continuerò con Rossetto, il mio tecnico. Credo fermamente al lavoro con lui. Gli chiederò solo di stare un po' meno a Roma».
Magari tutto quel cambiare tecnici non è stata una gran trovata
«No, non rinnego nulla di quello che ho fatto. Anche il cambio degli allenatori è sempre servito a darmi una carica, nuova energia».
Oggi cosa le rimane di questa esperienza?
«La tranquillità nel perdere».
E di tutto quanto ha fatto?
«Resterò sempre Federica Pellegrini. Il mio nome rimarrà lo stesso anche se nella vita farò altro. Questa Olimpiade non cancella quello che ho fatto prima. Sono contenta di come mi chiamo e come sono al di fuori della piscina».
Fa male chiudere sconfitta?
«Non fa male, perché conosco le leggi dello sport. Ho fatto tutto il possibile per giocarmela. Ma questo è stato un segnale: il mio fisico ha bisogno di un anno di riposo. Penserò a divertirmi: sci, studio, di tutto».
Sicura di farcela a tornare?
«C'è la convinzione, poi ci dovranno essere le motivazioni. Ho sempre ricominciato da zero ogni volta che mi sono buttata in acqua. Nel nuoto non si inventa niente. Ma questo è lo sport».
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