Nigeria interreligiosa e perseguitata. Terroristi nel pallone per i Mondiali

Oggi la sfida tra Iran e Nigeria. Africani mix riuscito di musulmani e cristiani. Gli integralisti non ci stanno: bombe e minacce

Nigeria interreligiosa e perseguitata. Terroristi nel pallone per i Mondiali

Boko Haram ha tirato fuori dal cilindro la jihad applicata al pallone. Dopo aver fatto saltare in aria una stazione dei pullman ad Abuja, rapito le studentesse del liceo di Chibok e piazzato una bomba allo stadio della città di Mubi (nello Stato di Adamawa), nel mirino del gruppo integralista è finita la nazionale di calcio in partenza per i mondiali in Brasile. Non tutta la squadra a dire il vero, soltanto i giocatori musulmani (cinque quelli convocati). La principale cellula alqaedista nell'Africa nera, considera gli atleti di fede islamica «traditori che si sono venduti per denaro alle indegne dottrine dell'occidente».

In realtà Boko Haram vuole soltanto creare una frattura insanabile in un gruppo di atleti che da anni raffigura uno splendido esempio di serena convivenza tra cattolici e musulmani. Tutto questo per gli jihadisti è inaccettabile: abbattere gli steccati dell'incomprensione significherebbe indebolire il loro potere. «La Nigeria diventerà un evento mediatico. Le partite saranno trasmesse in tutto il mondo. Ai terroristi spaventa l'idea che emerga l'armonia tra cattolici e musulmani». Racconta l'attaccante Ahmed Musa, 21 anni, che gioca in Russia nel Cska di Mosca e che nelle Super Eagles è il punto di riferimento spirituale degli atleti islamici. «Prima di ogni partita ci mettiamo in cerchio nello spogliatoio e preghiamo. Tutti insieme, abbracciati, invocando un Dio le cui sfumature sono soltanto linguistiche o di pronuncia».

Il pluralismo confessionale era stato uno dei passepartout che aveva consentito alla nazionale diretta da Stephen Keshi (cattolico) di trionfare all'edizione della Coppa d'Africa del 2013. Lo stesso gruppo di atleti aveva preso parte cinque mesi dopo alla Confederation Cup in Brasile. Keshi ha insistito su un blocco che si conosce a memoria, ma Boko Haram ha più volte intimato ai giocatori musulmani di farsi da parte.


L'attentato di Mubi, che ha provocato 18 morti e 22 feriti, è da ritenersi l'ultimo avvertimento dei terroristi ai calciatori, che però non sembrano avere alcuna intenzione di cedere al ricatto. «Saliremo sull'aereo per Rio de Janeiro - ribadisce Musa - trovo già imbarazzante mescolare sport e politica, figuriamoci assecondare il volere dei terroristi».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica