Claudio Marchisio: "Non si decide il campionato ma se vinciamo li sgasiamo"

L'attaccante bianconero"Non devono caricarsi: sapete com'è l'ambiente di Napoli... Agnelli è uno concreto, un 8 come me, De Laurentiis un 10"

Claudio Marchisio: "Non si decide il campionato ma se vinciamo li sgasiamo"

Come dargli torto? Guarda fuori e vede un po' di nuvole, un cielo grigio con un sole che tenta di far fuoco, ancora più lontano sbucano le teste dei cavalli dell'ippodromo. Si domanda: «Un torinese cosa può invidiare a Napoli?». Si risponde: «Ma certo! Apri le finestre e vedi il golfo, il sole, vedi quel mare. Ecco cosa invidiamo». Un po' tardellino, un po' leaderino, Claudio Marchisio ha il pizzo che conquista. Canta Napoli e canta calcio con la disinvoltura di un “capitan Fracasso”: veni, vidi, dico. Manda un omaggio a Napoli. «Mi viene in mente il calore della gente. Sanno godersi di più la vita rispetto a noi». Dice Juve-Napoli e non ha dubbi: «Non è decisiva per lo scudetto, conta solo per questo periodo. Se vinciamo li sgasiamo». Si tocca la spalla, sì quella uscita di posto contro la Danimarca. «Da un anno fa scherzi. Ora mi hanno messo una fasciatura rigida: è a posto e vado».

Va a sgasare il Napoli?
«Certo, se vinciamo restiamo in testa da soli. E loro avranno meno fiducia. Sapete com'è l'ambiente di Napoli? Quando sono in ebollizione si caricano un bel po'. Cerchiamo di evitarglielo. Comunque sarà un match bello e importante».

Dice match: tipico da lottatore. Magari pensando all'ultima Supercoppa con polemiche conseguenti…
«E' passato del tempo e ci siamo divisi le coppe: una a testa. Il Napoli negli ultimi anni è cresciuto tanto, pur avendo venduto Lavezzi. Ed è vero: più ti abitui a vincere più ci prendi. Ormai il Napoli è una grande squadra».

Ma a Pechino la grande squadra non si è presentata alla premiazione…

«Ho pensato: ecco un'altra occasione sprecata dal calcio italiano per dimostrare di essere migliorato».

Ve lo siete detto fra voi giocatori?

«Con i calciatori del Napoli in nazionale ho un bel rapporto. Ma sappiamo che le decisioni passano sopra di noi. Al di là di tutto, era una scelta sbagliata. Ma è giusto che i giocatori accettino le decisioni della società».

Mazzarri non si è pentito per la scelta di Pechino. Da far cascare le braccia….

«Ognuno può pensare quello che vuole, ma non è un episodio che ha cambiato la faccia alla sfida. Noi abbiamo fatto la partita anche in 11 contro 11. Bisognerebbe guardare bene tutto».

Juve e Napoli sono pari in classifica. Ma sono davvero pari?

«La partita si gioca alla pari. Ma la Juve sta sopra per la storia, non solo per i grandi giocatori. È abituata a vincere. Il Napoli è cresciuto tanto, dopo un processo lungo rispetto al nostro. Noi abbiamo avuto alti e bassi. Loro sono stati più continui, noi più veloci a vincere».

Caro Marchisio, si sente un soldatino?

«Buona domanda. Non polemizzo con Cassano. Ricordo che appena si indossa questa maglia, fa differenza lo spirito di gruppo. Conta la squadra, mai il singolo, capitava anche con Zidane e Del Piero».

In campo mancherà una maglia numero 10: quasi contro natura per due squadre che hanno visto grandi numeri 10….

«Oggi è cambiato il modo di giocare, ci sono moduli e stile differenti. Ma Vucinic e Giovinco possono cambiare la partita in ogni momento».

E nel Napoli?
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Hamsik è tra i più grandi del calcio europeo. Non ha l'estro di Giovinco, ma contro di noi ha quasi sempre segnato».

Lei è un numero otto?

«Tanti amici mi hanno chiesto: perché non prendi il 10 di Del Piero? Ma io, rispetto ad Ale, mi sento un 8: lo sono per indole, in un ruolo delicato che chiede concretezza».

E Agnelli è un 8 o un 10?

«Penso sia un 8. E' persona concreta, ha fatto tanti cambiamenti, ci ha portato fuori dagli anni bui, ha costruito lo stadio e intorno una struttura bella, solida».

Quale numero per De Laurentiis?

«Non so come sia la cabala dei numeri a Napoli. A me sembra un 10, ha più fantasia».

La nazionale conta meno dei club, viste le polemiche?

«E' sciocco parlare dieci giorni prima di una grande partita, soprattutto quando sei in nazionale e devi giocare due sfide importanti. Siamo in un mondo che corre troppo avanti, senza mai godersi le vittorie del momento. Il grande sogno di un giocatore è alzare la coppa del mondo: non sono tanti quelli che li hanno vinti, è un'elite”.

Italia in cui credere?

«Questo è un bel gruppo. Con la Danimarca, Balotelli è stato importantissimo, ha avuto l'atteggiamento che dovrebbe avere sempre. Io credo a un grande mondiale. E i giovani crescono».

Juve-Napoli: ovvero miglior attacco contro miglior difesa.

«Quest'anno concediamo qualcosa di troppo. Non si può dire: sono scarsi i difensori. È a squadra che deve difendere meglio. Ma resta una grandissima stagione: 6 punti in più e abbiamo segnato di più».

Miglior qualità della Juve?

«La capacità di risolvere la partita quando è in difficoltà o quando è andata sotto».

Miglior qualità del Napoli?

«Partito Lavezzi è più squadra, più compatta grazie a Pandev che aiuta di più e la rende più concreta».

Pesa l'imbattibilità?
«Non può pesare: è talmente bella, anche se dovesse finire. C'è da ricordarla, mi viene da ridere talmente è impensabile: passare un campionato senza sconfitte. E' stupendo!».

E

lo scudetto? Sarà sempre lotta a due?

«Dall'inizio del campionato siamo le squadre con più continuità e calcio migliore rispetto alle altre. Il campionato è lungo. Ma, creda, Juve e Napoli hanno qualcosa in più».

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