Milano - Lampi di vera Inter. Lampi che accecano la Fiorentina prima che Perisic metta fine alle velleità viola con un colpo di testa al culmine dell'ennesimo affondo di Icardi chiuso di testa dal croato che è una risorsa e sembra abbia gran voglia di partecipare alla cavalcata (anche per la promessa di un nuovo ritocco dello stipendio). Spalletti per quasi mezz'ora mastica amaro nella ripresa, nonostante il comodo 2 a 0 guadagnato in 15 minuti tambureggianti, perché s'accorge che specie la fase difensiva non è ancora quella da lui predicata e richiesta. E infatti Ausilio fa sapere che sono alla ricerca di un altro centrale affidabile. Handanovic, nel frattempo, se la cava alla grande secondo tradizione. La Fiorentina resta colpita al petto da quella partenza interista e quando nella ripresa compie lo sforzo più generoso (palo di Veretout) per risalire la china, concede il varco a Perisic che chiude la contabilità della sfida e rende squillante il successo.
Da incubo il ritorno di Stefano Pioli a San Siro. Accolto da applausi e uno striscione della ex curva non ha nemmeno il tempo per un sorriso riconoscente perché la partenza dell'Inter è di quelle che possono incenerire chiunque. Figurarsi poi questa Fiorentina ridimensionata nella cifra tecnica dalle numerose cessioni ma resa ancor più pallida e fragile da un mercato ingiudicabile, per ora. Sono addirittura sette i volti nuovi rispetto alla stagione passata e in quel primo tempo di ieri sera scandito da affanni, balbuzie e sfondoni, solo Benassi e Simeone sembrano riconoscibili come degni esponenti della storica viola. Persino il capitano del gruppo, Astori, al primo intervento, commette un rigore da principiante. Per uscire dalla tempesta perfetta neroazzurra, la squadra di Pioli impiega mezza frazione pungendo Handanovic con Simeone e illudendosi poi per un'interruzione da Var (spintarella sulla schiena di Simeone giudicata innocua) che non produce alcun fischio. Da segnalare la corretta attesa dei fiorentini, da lamentare solo la perdita di tempo, due minuti, prima che arrivi all'auricolare di Tagliavento il giudizio definitivo.
Spalletti invece si gode subito lo spettacolo dopo aver apparecchiato un paio di sorprese (Nagatomo e Brozovic) nello schieramento che punta su Candreva (dichiarato incedibile da Ausilio) e Perisic assistenti di Icardi, puntualissimo all'appuntamento col gol (girata di testa) e col rigore (fallo di Astori) che mettono la sfida sul binario giusto dopo appena 15 minuti. 2 a 0 e Inter in carrozza. Tra una bella parata di Sportiello (su Brozovic schierato nel ruolo di trequartista) e una mira discutibile di Vecino da posizione favorevole, gli spallettiani minacciano di chiudere i conti prima dell'intervallo. Minaccia che diventa sentenza nel finale della ripresa col terzo sigillo di Perisic. Intendiamoci: non tutti i meccanismi funzionano come dovrebbero in un gruppo che prevede tre innesti in partenza (due ex viola, Borja e Vecino più Skriniar) su un sistema di gioco già noto ai più. Eccessivi i rischi patiti e documentati nella ripresa dalla paratona di Handanovic su Babacar e dal palo di Veretout (sullo 0 a 2) che potrebbe riaprire la questione.
Di diverso c'è il rendimento di qualche esponente considerato una palla di piombo, tipo Nagatomo che invece si mostra degno della fiducia accordatagli. Per esempio è suo il lancio per Icardi che sfocia nel rigore dell'1 a 0, per esempio è sempre del minuscolo giapponese l'assist sprecato colpevolmente da Vecino.
Semmai la notizia della sera in casa interista è la scelta iniziale di Spalletti che tiene Gagliardini in panchina (arrivato più tardi a rimpiazzare Brozovic), l'acquisto top dello scorso mercato di gennaio. Il ragazzo, che non ha ancora personalità spiccata, si ritrova a sbagliare la comoda palletta del 3 a 0 e il pubblico di casa capisce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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