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La nuova Italia cresce. Alla pari con i maestri non concede la rivincita

A quasi un anno dalla finale di Wembley prestazione convincente contro gli inglesi

La nuova Italia cresce. Alla pari con i maestri non concede la rivincita

Se un anno fa esatto contro la Turchia iniziava la nostra cavalcata verso la conquista dell'Europeo, il presente ci dice che il work in progress in casa Mancini per la ricostruzione del gruppo che ha mancato il Mondiale prosegue a piccoli ma importanti passi. Tra solidi principi di gioco ben interpretati dai vari elementi che si alternano sul campo - già 34 i calciatori schierati dal ct in queste 4 gare giocate in 10 giorni, e manca ancora la seconda sfida con la Germania... - e i debutti dei baby in rampa di lancio (ieri è toccato a Gatti ed Esposito, 24 e 22 anni, sono già nove gli esordienti in questa Nations League, 47 nell'intero ciclo di Mancini) si può guardare con un moderato ottimismo a quello che sarà. Mettiamo da parte il trionfo di Wembley del luglio 2021, il pari per 0-0 con l'Inghilterra - che non concede la rivincita ai Tre Leoni - è un altro risultato di prestigio per la nuova Nazionale, considerando anche lo spessore tecnico degli avversari. E tra l'altro dopo tre gare siamo ancora in testa al girone.

Donnarumma e Pellegrini, nuovamente spostato nel tridente d'attacco come contro la Germania, sono le uniche conferme dell'undici iniziale della sfida con gli ungheresi. L'età media degli azzurri si abbassa ancora e a Wolverhampton c'è spazio fra i titolari per Federico Gatti, l'ex serramentista e muratore che poi ha sfondato nel calcio finendo dalla Serie D alla Nazionale in due anni senza nemmeno un minuto in A, ma già di proprietà della Juve che in questa stagione l'ha lasciato a Frosinone. Ottima la risposta del difensore che ricambia con gli interessi la fiducia del ct.

In una sfida con lunghe fasi di possesso da parte di entrambe le squadre che vorrebbero imporre la propria manovra, nel primo tempo l'Italia ricerca continuamente il gioco e varia anche nel modo di attaccare, con inserimenti da dietro. Gli azzurri concedono, ma non rinunciano mai ad attaccare: ben cinque le occasioni (dopo 102 secondi già un diagonale di Frattesi) con altrettanti giocatori. Al netto dell'errore di Donnarumma che consegna palla ad Abraham (ma rimedia Locatelli), e del colpo di reni del portiere su Mount, l'Italia meriterebbe il vantaggio. Sui piedi di Tonali l'azione più ghiotta, mentre il nostro centravanti Scamacca fa a sportellate in area.

Nella ripresa, l'Italia rischia poco ma cala anche un po' di intensità. Sterling fallisce una buona occasione, Mancini decide di inserire la rivelazione Gnonto (alla 3ª presenza di fila) che porta un po' di vivacità e di far debuttare Esposito (che dice di ispirarsi a De Rossi), ammirevole il Pessina che si getta su ogni pallone anche quando gli azzurri sono in riserva. Il risultato non si sblocca e noi mettiamo un altro mattoncino del nuovo edificio azzurro. «Nel complesso siamo stati bravi, non era una gara semplice, dobbiamo migliorare molto soprattutto quando attacchiamo, perché dobbiamo far gol, a volte sbagliavamo passaggi in uscita ma anche questo fa parte del percorso di crescita.

Gatti ed Esposito? Hanno fatto bene come Gnonto», così il ct alla fine.

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