È di nuovo incubo qualificazione: Italia aggrappata al totem Gigio

Troppi guai: dal no polemico di Acerbi, ai forfait di Calafiori, Buongiorno e Gabbia. E così Haaland fa più paura

È di nuovo incubo qualificazione: Italia aggrappata al totem Gigio
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La missione norvegese si complica maledettamente. Vale un mondiale e c'è lo spauracchio di Haaland che agita i pensieri del ct Spalletti e del suo staff. La missione si complica perché in assenza di Francesco Acerbi (il polemico rifiuto), con Calafiori e Buongiorno ko e il corazziere Gatti in precarie condizioni di salute, la Nazionale perde definitivamente anche Matteo Gabbia, vittima di un infortunio al polpaccio durante il test di mercoledì sera.

Al suo posto spunta a Coverciano Daniele Rugani, 31 anni a fine luglio, una volta pedina operaia della difesa juventina, da sette anni uscito dai radar delle convocazioni azzurre e nel frattempo finito ad Amsterdam, Ajax dopo il solito giro delle sette chiese, tra campionato italiano e stranieri. È uno dei motivi per il quale c'è lo scoperto tentativo di aggrapparsi alla sagoma gigantesca di Gigio Donnarumma, reduce dal trionfo di Monaco di Baviera contro l'Inter, e protagonista di festeggiamenti in tono minore («per rispetto ai fratelli interisti ho evitato qualsiasi battuta» la spiegazione romantica), nonché alle prese con un rinnovo contrattuale dall'incerto esito visto che lui e il suo procuratore Enzo Raiola continuano a ripetere che «nonostante l'interesse di qualche club italiano c'è da dare la precedenza al Psg». E c'è da credergli vista la dimensione finanziaria dello stipendio che solo Parigi può garantire.

In effetti, al contrario del club Italia attraversato anche dalla depressione del mini-blocco interista, Gigio sembra l'unico scoglio a cui aggrapparsi visto il suo lungo viaggio, partito dai commenti velenosi della stampa francese nei mesi passati, e diventato poi l'eroe della Champions league. «Le critiche asciugano» la risposta ironica in riferimento ai rilievi dei media francesi: lo hanno trovato migliorato nel rendimento anche perché più magro ed elastico. Da capitano dell'Italia è l'unico sul conto del quale si può fare affidamento.

La Norvegia, con i suoi 6 punti in classifica, è più di uno spauracchio e bisogna che l'Italia accorci subito le distanze per evitare un'altra rincorsa mancata al mondiale come già accaduto due volte negli ultimi tempi con danno d'immagine (dal punto di vista tecnico) del calcio italiano e della stessa figc che è rimasta spiazzata dalla vicenda Acerbi («abbiamo bisogno della tranquillità che ho trovato a Parigi», consiglia Gigio).

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