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Odissea nello "spazio" per l'alieno Haaland che sta oscurando CR7

Ha 22 anni e una media-gol impressionante. E Guardiola per lui ha rivisto la sua teoria...

Odissea nello "spazio" per l'alieno Haaland che sta oscurando CR7

Avere «lo spazio» come centravanti è una bella idea, ma anche il bomber più micidiale dell'era moderna non è male. Erling Haaland, l'attaccante del Manchester City che domenica ha segnato altri tre gol in Premier League al malcapitato Manchester United, sta rompendo ogni barriera e minaccia davvero di non fermarsi più. Per la gioia di Pep Guardiola, tecnico dei Citizens, in passato celebre per aver re-inventato figure come il falso centravanti o per aver schierato come punto di riferimento offensivo direttamente un centrocampista, all'insegna del «tiki-taka» o del gioco di posizione. Tutto archiviato quando si ha a disposizione una macchina perfetta come Haaland.

I freddi numeri del norvegese fanno impressione: nel campionato inglese il tassametro dice 14 reti in 8 presenze, più altri 3 centri in 2 giornate di Champions League, per un totale quando siamo ancora a inizio ottobre di 16 gol in 10 partite. Non è tanto comunque la quantità che impressiona, nel giovane Erling, che ha compiuto appena 22 anni a luglio: piuttosto è irridente la facilità con cui il numero 9 del City veda e trovi la porta avversaria. I difensori ormai possono solo sperare che sia in cattiva giornata, che si sia alzato male dal letto o che abbia avuto una qualche indisposizione, altrimenti si parte già sotto 1-0, matematicamente. «Come si ferma Haaland? Non si ferma», è stato il laconico titolo di ieri del New York Times. Del resto, mettetevi voi davanti a un colosso di 1.95 per quasi 100 chili praticamente ambidestro, forte di testa e anche piuttosto veloce in corsa visto che in qualche occasione ha toccato punte di 36 chilometri orari.

C'era chi pensava che l'approccio all'Inghilterra sarebbe stato faticoso, il salto dalla Bundes difficile. Nulla di tutto ciò. Haaland ci ha impiegato 8 partite per segnare tre triplette in Premier, traguardo che altri grandi attaccanti del passato avevano dovuto attendere molto più a lungo. Cristiano Ronaldo, domenica pomeriggio spettatore non pagante dello show del City dalla panchina dello United, ci aveva messo ben 232 partite. A questo ritmo potrebbe vincere la classifica marcatori di quello che viene considerato il campionato più difficile del mondo intorno ai 65 gol. Del resto da quando ha lasciato il Molde, il suo primo club professionistico, il norvegese sta mantenendo una media di oltre una rete a partita, dal 2018 ad oggi, tra Salisburgo, Borussia Dortmund e, appunto, il Manchester City. Anche con la nazionale (che incredibilmente non andrà al Mondiale) siamo a 21 gol in 23 presenze, in una squadra dove se non segna lui è veramente grama la situazione. In Nations League su 7 gol segnati dalla Norvegia 6 sono stati firmati dall'attaccante del City, per dire.

Perché «lo spazio» come centravanti sarà anche immaginifico, però nulla in confronto alla sicurezza che ti dà un alieno come Haaland.

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