Quattro vittorie di fila fanno sempre piacere. Se poi arrivano in Eurolega, tanto meglio. Perché è su quel palcoscenico che la gloriosa Olimpia Milano targata AX Armani - vuole tornare a brillare di luce vera. Certo, il campionato non va trascurato e il presidente-coach Ettore Messina ha già ribadito più volte che «lo scudetto è il nostro vero obiettivo». Insieme ai playoff della massima manifestazione cestistica continentale, però, visto che dalle parti del Duomo mancano da cinque anni.
Quest'anno la speranza è che le cose vadano in maniera diversa e, al momento, la truppa biancorossa ha fatto il proprio dovere: una sola sconfitta a fronte di quattro successi, tra cui spiccano quello in volata ad Atene contro il Panathinaikos e quello casalingo della settimana passata contro il Fenerbahce del capitano azzurro Gigi Datome oltre che di coach Obradovic, uno che la manifestazione l'ha già vinta nove volte. Solidità confermata anche due sere fa a Berlino, contro l'Alba: rimonta nella seconda parte del match e via, con il morale in rialzo verso la sfida casalinga di domani sera contro il Barcellona. Perché l'Eurolega è anche questo: un'infinita maratona con 18 squadre, partite di andata e ritorno e necessità di sette doppi turni settimanali spalmati durante la stagione. Un massacro, sportivamente parlando: perché poi c'è da giocare anche il campionato e, tanto per dire, domenica scorsa l'Olimpia era a Roma dove ha fatto sì che l'Eur tornasse a popolarsi di quasi 8000 persone e meno di 48 ore dopo avere sfidato il Barcellona dovrà vedersela con Varese. Antonio Conte, attuale allenatore dell'Inter, impazzirebbe al sol pensiero: Messina, quando i suoi hanno mostrato i segni della fatica perdendo il passo in campionato (3 vinte e 3 perse, tuttora a meno sei dalla capolista Segafredo Bologna), ha semplicemente chiesto scusa e invitato la squadra a «chiudersi in palestra a lavorare».
Sotto allora con il Barcellona dell'ex Nba Nikola Mirotic, giocatore che per tornare in Spagna ha rinunciato al quadriennale da 60 milioni offertogli da Utah. Da affrontare con un Nedovic in più nel motore, il che fa tutta la differenza del mondo: a Berlino, dopo l'assaggio di Roma che gli aveva permesso di rivedere il parquet dopo mesi di assenza, il serbo ha mostrato la via nel secondo tempo segnando 12 punti in 11'.
Talento cristallino, figlio di un ex giocatore di pallamano che in Italia ha passato anni tra Bressanone e Ascoli Piceno, Nemanja lo scorso anno ha giocato soltanto 32 delle 68 partite disputate dall'Olimpia: ha respirato anche l'aria Nba, vinto un Eurocup e, con Malaga, è stato il secondo miglior realizzatore della stessa Eurolega. Da lui, di qui in avanti, difficilmente l'AX potrà prescindere.
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