«L'Inter è ancora la favorita per lo scudetto», ha detto ieri Allegri. Il quale pregusta di farle lo sgambetto. Se ci riuscisse, non solo raggiungerebbe i campioni d'Italia a quota 17, ma riproporrebbe con forza la candidatura della sua Juventus in ottica tricolore. Al netto di quanto otterrà oggi il Napoli a Roma, è ovvio che a quel punto i bianconeri si sentirebbero di nuovo in diritto/dovere di credere alla più clamorosa delle rimonte. Del resto, proprio con Allegri al comando (stagione 2015/16), è già successo e non si vede perché non potrebbe accadere di nuovo. Comunque sia, dalle parole del tecnico bianconero emerge chiaro il concetto che il peggio sia ormai passato: «Non sarà una partita decisiva. Prima di affrontare il Milan avevo detto che avrebbero potuto ammazzarci: questa volta non credo sia il caso».
Avanti, allora. Recuperando Dybala almeno per la panchina («ha fatto due allenamenti con la squadra, sta bene») e affidandosi poi in attacco a Morata, supportato da Chiesa e Bernardeschi mentre Kean si ferma per un guaio muscolare. Se la storia fosse girata diversamente, Allegri avrebbe potuto contare su Dzeko, più volte prossimo a diventare juventino. Di più, anzi: se la storia fosse girata diversamente, il tecnico livornese potrebbe essere oggi l'allenatore dell'Inter e Simone Inzaghi guidare la Signora. «Sono stato accostato a diverse squadre e, in due anni, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: ho scelto la Juve e sono contento». Il riferimento va a quanto accaduto nell'estate 2020, quando pareva che Conte fosse pronto a lasciare l'Inter e Marotta lo avesse già contattato: poi si sa come è andata. Oggi, quindi, Allegri vivrà una sorta di ritorno al passato: la Juve è di nuovo sua in tutto e per tutto, dalla mentalità allo stile di gioco. Reduce da quattro vittorie di fila in campionato che le hanno permesso di recuperare cinque punti ai nerazzurri. Dovessero imporsi stasera, Chiellini e compagni collezionerebbero una cinquina che manca da luglio 2020, quando la striscia positiva era arrivata a sette e in panchina sedeva Maurizio Sarri.
«Ci aspetta una grande serata l'auspicio di Allegri, che ha sempre battuto la squadra di Simone Inzaghi quando l'ha affrontata in trasferta - con quasi sessantamila persone sugli spalti. Non è vero che siamo più a nostro agio quando non dobbiamo fare la partita: per giocare a calcio devi saper stoppare, passare e smarcarti bene. Noi, in certi momenti della partita, manchiamo in queste cose. Bisogna lavorare per non sbagliare mai in allenamento, solo così si può migliorare».
Intanto, sono state (quasi) azzerate le amnesie difensive e la retroguardia si avvia a un altro restyling: «Quando De Ligt sarà pronto per giocare sul centrodestra, potremo schierarlo anche insieme a Bonucci e Chiellini». Per adesso ne giocano due alla volta, ma il futuro è dietro l'angolo.
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