«Pipino» è arrivato a Torino con la bombetta in testa. O, per dirla all'inglese vista la sua ultima squadra, con il «bowler hat». Ovviamente ha subito detto che «la Juve è un onore e un sogno», né avrebbe potuto proferire altro anche perché non è stato ufficialmente presentato alla stampa. Dopo di che, si è messo a lavorare aspettando il proprio turno alle spalle di Llorente e Tevez, ché il sorpasso su Vucinic, Giovinco e Quagliarella era già nei fatti al momento della firma che lo ha fatto diventare bianconero (in prestito, dal Southampton) fino a giugno. Da allora a oggi, Pablo Daniel Osvaldo ha messo insieme un'ovvia tribuna (contro l'Inter, era sbarcato a Torino da un paio di giorni), 47' (tre spezzoni) e un palo in campionato, 155' e due gol in Europa League: non male, pur tenuto conto che il Trabzonspor non è il Real Madrid e nemmeno la Roma. Due sere fa, in quel di Trebisonda, il numero 18 ha però lanciato bagliori veri al di là del golletto facile facile che non avrebbe potuto essere sbagliato: buona intesa con i compagni e grande disponibilità a darsi da fare anche in copertura, come caldamente auspicato (preteso) da Conte. Del resto il Johnny Depp dell'area di rigore - appassionato di chitarre, Rolling Stones e Pink Floyd - sa di non potere sbagliare ancora: la Juve è la sua ultima chance per rimanere aggrappato al sogno Mondiale e probabilmente anche per costruirsi una seconda parte di carriera ai vertici assoluti: sono stati infatti finora troppi gli sbagli, le risse e i litigi con compagni-allenatori-tifosi per pensare che, se fallisse anche sotto la Mole, altre società di grande livello gli darebbero un'ulteriore chance. Meglio allora accodarsi a un gruppo vincente e fare il bravo ragazzo: tra pochi giorni diventerà papà per la quarta volta (da tre donne diverse, le prime due delle quali certo non tenere nei suoi confronti) ed è stata proprio la sua attuale compagna Jimena Baron a rivelare via twitter il nomignolo «Pipino». Non il massimo del machismo per uno cresciuto a pugni, pupe e pepite, ma si sa che quando l'amore chiama non c'è animo duro che regga: se poi il quarto figlio lo aiuterà a mettere la testa a posto, meglio per tutti.
Nel frattempo Conte se lo coccola e altrettanto potrebbe fare Prandelli, che del resto sul ragazzo nato a Buenos Aires non ha mai nascosto di puntare (13 presenze e 4 gol) salvo fargli saltare la Confederations Cup per il mancato rispetto del codice etico: domani pomeriggio Osvaldo potrebbe già tornare tra i convocati in vista dell'amichevole contro la Spagna e comunque, se anche così non fosse, la partita sarebbe ancora tutta da giocare.
È un po' lo stesso destino di Fernando Llorente, «dimenticato» ieri dal ct spagnolo Del Bosque al pari di Villa e Torres: «Le porte sono aperte e la lista è tutt'altro che definita - ha spiegato il ct delle Furie Rosse -. Fernando sa quanto gli vogliamo bene, nessuno tragga conclusioni affrettate. L'importante è che giochi e si sia meritato i complimenti e la stima della Juve». Per la serie: di qui al 18 maggio la lotta per un posto da titolare nella squadra di Conte varrà anche un bel pezzo di Brasile. Nessuno dei due si tirerà indietro e a beneficiarne, intanto, potrebbe essere la Signora.
La quale domani sera, a San Siro contro il Milan, si riaffiderà dal primo minuto al Re Leone sapendo però di avere in panchina uno che - nonostante il vezzeggiativo di Pipino - non vede l'ora di andare in campo a suonare il rock.
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