Mai data l'idea di controllare la partita, tutto questo sbandierare di giovani alla fine si è ridotto a un'attesa disattesa, Destro dentro a un quarto d'ora scarso dal novantesimo ha avuto nei minuti finali la palla del 2-3 ma non era serata neppure per lui.
Bilancio magro in questo esordio per le qualificazioni a Brasile 2014, due gol abbastanza fortunosi, un pari che non ci va stretto.
Ma qui a Sofia è sempre stata una sofferenza, azzurri mai usciti vittoriosi però la mezz'ora bulgara, esattamente un terzo dello spettacolo totale, ci mancava. Dopo otto minuti un pallonetto alto di Osvaldo servito dall'unica apparizione di Giovinco nel primo tempo, poi tanta volontà e tantissima confusione di qui e di là, finché, proprio al 30' preciso, Manolev con un destro da venti metri abbondanti ha sbloccato il risultato. Qui Buffon scende lento, la palla gli rimbalza davanti un metro, forse due, ma non tenta di anticiparla.
Fino a quel punto non si sapeva chi scegliere fra gli azzurri. Nessun sfondamento sulle fasce, dei tre dietro nessuno capace di salire palla al piede, in mezzo zero segnali da De Rossi e Marchisio: se non scende Pirlo e porta su squadra e pallone, siamo lì con i lanci di Bonucci e Ogbonna. Davanti mezz'ora nel nulla, Giovinco spazzato via come un tappetino.
Eppure i bulgari erano messi abbastanza male, il ct Penev ha faticato a metterne insieme una ventina, sono andati tutti sul Mar Nero approfittando del lunghissimo ponte per la Festa dell'Unione, di quelli rimasti in città circa diecimila si sono presentati al Vasil Levski stadium, e quelli in campo sembravano in spiaggia anche loro. Non avevano messo sotto l'Italia, erano gli azzurri che si affossavano da soli. E sei minuti prima del gol di Manolev, su punizione dalla sinistra, Ivanov aveva sfiorato l'impatto in area piccola, costringendo Buffon alla smanacciata in angolo. Dietro c'era da preoccuparsi, eppure era sufficiente avere pazienza e Dyakov e compagni consegnavano regolarmente la palla a Maggio o Marchisio, bastava non restituirla subito.
C'era voluto il gol di Osvaldo, sei minuti dopo il vantaggio bulgaro, per risistemare la geografia del calcio, loro al 90° posto Fifa, noi al sesto. Almeno questo si pensava, ma senza enfasi, gol casuale su azione confusa dentro l'area piccola. Tre minuti e arrivava il raddoppio su azione ancor più confusa, centro di Giaccherini, Osvaldo entra di testa ma probabilmente la prende più con la spalla, colpo morbido e se non ci fosse la deviazione decisiva di Ivanov difficilmente sarebbe stato gol. Invece è il 2-1, ma l'illusione dura poco, non si vede un'altra Nazionale e Popov sulla sinistra, lascia partire un diagonale che mette i brividi.
Si resta sempre nell'ambito della sufficienza tirata ma almeno qualcuno tenta di giocare un calcio meno approssimativo fino all'intervallo. Poi si suda, la Bulgaria è piena zeppa di motivazioni, spinge e sfiora il gol, ci salva Buffon, non su Milanov che spinge in porta un assist di Popov per il 2-2 finale. Prandelli in fondo non ha neppure potuto osare, il primo a rendersi conto che non girava niente.
Ha tenuto insieme gli azzurri con l'attack, sperava non si rompessero, e a un certo punto ce n'erano i presupposti perché i bulgari hanno spinto molto fino al pari meritato. Portiamo via questo punto prezioso, adesso martedì c'è Malta a Modena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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