
Mancano solo dodici giorni all'elezione del nuovo presidente del CONI. Dopo tre mandati consecutivi Giovanni Malagò, in carica dal 2013 e non più ricandidabile, lascerà infatti la guida del Comitato Olimpico italiano. Saranno otto uomini (mai così tanti) a contendersi la presidenza alle elezioni del 26 giugno prossimo all'Acqua Acetosa: Duccio Bartalucci, Luciano Buonfiglio, Franco Carraro, Mauro Checcoli, Pierluigi Giancamilli, Carlo Iannelli, Giuseppe Macchiarola, Luca Pancalli, in rigoroso ordine alfabetico. A votare saranno 81 grandi elettori. I favoriti sono Buonfiglio, presidente della Federcanoa, e Luca Pancalli, attuale numero uno del Comitato italiano paralimpico (CIP). Che ieri ha infiammato la campagna elettorale. Innanzitutto, ha respinto fermamente l'idea di essere un candidato imposto dalla politica (è il preferito di Paolo Barelli e Andrea Abodi, che vorrebbe unificare Coni e Cip): «Mi sembra pretestuoso definirmi il candidato della politica: mi spaventano queste etichette. Se il mio lavoro è stato apprezzato dalla politica è positivo ed è motivo di orgoglio e responsabilità». Poi, il 61enne romano non ha risparmiato una frecciatina al presidente uscente: «Con Giovanni ho sempre avuto ottimi rapporti, lascia un'immagine di un mondo del Coni che si è molto identificato in lui. Quello che non mi ha convinto è l'eccessiva personalizzazione. Non credo negli uomini soli al comando. Il mio sarà un Coni di discontinuità, sarà un Coni di tutti. Un mondo dove il Coni è solo un fabbricatore di medaglie non fa bene al Coni stesso e non è nemmeno giusto».
Pancalli ha evidenziato la necessità di una leadership inclusiva e partecipativa. «Prima il Coni era solo nella sua importanza sportiva del Paese, poi si è ritrovato a confrontarsi con altri soggetti. Bisogna aprire una cabina di regina per aprire tavoli di confronto con coloro che devono sentirsi parte in causa del progetto. Vorrei apparire molto meno, ma tentare di dare più spazio a tutti, soprattutto ai presidenti federali che sono gli artefici dei risultati dello sport italiano».
Pancalli gareggiava nel pentathlon moderno, poi ha avuto un incidente a cavallo in cui ha riportato una lesione spinale con paralisi delle gambe. Da atleta paralimpico ha vinto quindici medaglie in 4 edizioni dei Giochi, ma molto di più da presidente (71 medaglie solo a Parigi 2024, un record). Per convincere gli elettori, ha illustrato le sue proposte: la creazione di una cabina di regia nazionale dello sport, la costruzione di nuovi hub sportivi, il rafforzamento del ruolo del Consiglio Nazionale e della Giunta CONI e un piano nazionale per la diffusione dei valori olimpici e dello sport fra i giovani e nelle scuole.
Infine, ha spiegato perché non ha fatto ricorso contro la candidatura dell'85enne Franco Carraro, già al vertice del Coni dal '78 all'87: «Mi piace vincere sul campo. Una volta successe che il mio rivale venne squalificato e la ricordo ancora oggi come una vittoria amara. Questa è una competizione alla fine della quale deve vincere lo sport italiano».