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La parabola discendente di Balotelli: da SuperMario a giocatore normale

Mario Balotelli ha sprecato diverse occasioni nella sua carriera, ultima in ordine di tempo quella al Brescia. La storia d'amore tra il club lombardo e l'ex di Inter e Milan è giunta al capolinea

La parabola discendente di Balotelli: da SuperMario a giocatore normale

Mario Balotelli-Brescia, una scommessa persa: è questo il pensiero del Presidente del Brescia Massimo Cellino che non ha usato giri di parole per definire l'avventura di Supermario con la maglia delle Rondinelle. L'ex numero uno del Cagliari, intervenuto ai microfoni di Telelombardia ha spiegato: "Innanzitutto i tribunali cerco sempre di evitarli... Perché non ha reso? C'entra anche la sua gestione specie all'inizio quando c'era Corini che gli voleva bene ed è stato anche un po' viziato. Ad esempio venivano accettati un po' dei suoi ritardi. È sbagliato imputare tutto solo a Mario, però la delusione c'è e forse c'è anche da parte sua. Gli volevo bene, speravo che l'aria di casa e la voglia di Nazionale lo facessero andare bene. Siamo tutti delusi".

In realtà, pare proprio che il Brescia voglia la risoluzione contrattuale del contratto di Balotelli che nei giorni scorsi non si era presentato alla seduta di allenamento provocando una rottura insanabile con la società. Cellino e l'ex attaccante di Milan ed Inter non si sono mai incontrati per un chiarimento con Balotelli che chiedeva di fatto il reintegro in rosa. Secondo la Gazzetta dello Sport il 29enne di Palermo avrebbe anche minacciato una richiesta di risarcimento economico che ha fatto storcere ancora di più il naso al Brescia che avrebbe così deciso di adire alle vie legali facendo leva sulla sua scarsa professionalità.

Un talento in erba

Balotelli si mette in luce nel Lumezzane in Serie C all'età di soli 15-16 anni, l'Inter intravede le sue grandi potenzialità e lo porta ad Appiano Gentile, tra le fila del settore giovanile. In nerazzurro troverà il suo grande mentore Roberto Mancini che capendo fosse di un'altra stoffa rispetto a tanti coetanei lo fa esordire in prima squadra, in Serie A, nel 2007-2008 a 17 anni e 4 mesi. Da quel momento in poi la carriera di Supermario sembra poter decollare ma così non sarà mai di fatto. Chiude quella stagione con 15 gettoni e sette reti.

Nella stagione successiva l'Inter cambia guida tecnica affidandosi a José Mourinho con Balotelli che si guadagna poco a poco la fiducia del portoghese. L'attaccante bresciano mette insieme 31 presenze impreziosite da 10 reti: quella stagione sarà ricordata per aver affrontato a muso duro CR7 nel match di Champions League contro il Manchester United con Supermario che invitò in maniera veemente il portoghese a rialzarsi dopo uno scontro di gioco.

Il 2009-2010 coincide con l'anno del Triplete nerazzurro con Balotelli che segna un gol in più rispetto alla stagione precedente e che si guadagna sempre di più la fiducia di Mourinho. L'idillio con i tifosi nerazzurri si rompe però frutto di alcuni atteggiamenti come quello di indossare la maglia del Milan o dichiararsi apertamente tifoso rossonero. La goccia che fa però traboccare il vaso e finire il rapporto e il famoso lancio della maglia dell'Inter al termine del match di Champions League contro il Barcellona. A fine stagione Supermario viene ceduto al Manchester City dove ritroverà Mancini.

La parabola discendente

Balotelli gioca due anni e mezzo al City, segna 30 reti in 80 partite e si mette in evidenza più per i suoi atteggiamenti extracalcistici che per i numeri in campo. A gennaio del 2013 il Milan lo riporta in Italia e il giovane attaccante italiano ripaga la fiducia della società con 12 reti in 13 presenze che trascinano i rossoneri in Champions League. Nella stagione seguente segna 18 reti in 41 presenze ma anche il suo idillio con il Diavolo finisce ben presto e torna in Inghilterra tra le fila del Liverpool.

Il rapporto con i tifosi è tormentato anche ad Anfield, nonostante tutti gli riconoscano il suo talento innato, gioca 28 partite e segna solo 4 reti e fa ancora il suo ritorno al Milan ma sarà per una sola, deludente stagione. A fine del 2016, infatti, si lega al Nizza e nel 2017-2018 disputa la sua miglior stagione dal punto di vista realizzativo con 26 reti in 38 presenze. Tra gennaio e giugno del 2019 passa al Marsiglia con cui segna 8 gol in 15 presenze e in estate si lega a parametro zero al Brescia con Cellino che decide di riportarlo letteralmente a casa.

Nemmeno questo, però, è riuscito ad aiutare Balotelli a ritrovarsi e di lui in questa stagione si ricordano più le polemiche extracampo che dei suoi gol decisivi per la sorte del Brescia che occupa l'ultimo posto della classifica e che a meno di clamorosi colpi di scena rischia seriamente di tornare in Serie B. Con ogni probabilità le Rondinelle dovranno affrontar queste ultime dodici finali senza il loro terminare offensivo più blasonato su cui tutti scommettevano a inizio stagione per un definitivo rilancio.

La nazionale e il razzismo

Nemmeno la presenza di Roberto Mancini, suo grande mentore, sulla panchina della nazionale italiana è riuscito a smuovere qualcosa nella mente e nelle gambe di Balotelli che non è mai riuscito ad incidere e che ha forse di fatto concluso la sua esperienza in nazionale con 36 presenze e 14 reti al suo attivo. Brescia è la casa di Balotelli e in tanti pensavano sarebbe rinato nel suo ambiente ma anche i suoi tifosi lo hanno ben presto scaricato e non appoggiato per alcuni suoi atteggiamenti sopra le righe.

Balotelli ha sempre cercato di combattere la piaga del razzismo negli stadi e nel corso degli anni è stato spesso preso di mira in quasi tutti gli stadi d'Italia. L'ultimo episodio in ordine di tempo che scatenò il putiferio al Bentegodi di Verona quando alcuni supporter gialloblù si esibirono in alcuni cori razzisti che scatenarono l'ira funesta di Supermario che calciò il pallone in tribuna intimando di lasciare il campo. Questo episodio si trascinò per diversi giorni provocando polemiche che rimbalzarono fino nei salotti della politica.

I social e gli atteggiamenti sopra le righe

Balotelli ha spesso cercato di comunicare i suoi punti di vista e i suoi disappunti attraverso i social network. L'ultimo suo sfogo in ordine di tempo si riferisce al fatto di aver disertato gli allenamenti con il Brescia con l'ex Inter e Milan ironico in una story: "Non sapevo di essere diventato invisibile".

Non solo, perché nel corso degli anni il 29enne di Palermo è stato attaccato da diversi colleghi in Italia e all'estero per i suoi atteggiamenti spesso irriverenti e sopra le righe e l'ultimo ad entrare in gamba tesa nei confronti dell'ex Liverpool e City è stato il suo ex compagno di nazionale Giorgio Chiellini che nella sua autobiografia ha letteralmente demolito Supermario e Felipe Melo.Balotelli ha risposto per le rime al capitano della Juventus, sempre via social, con i due che si sono chiariti per "merito" delle Iene.

Gli incidenti stradali, le multe per eccesso di velocità, i ritardi agli allenamenti, la poca voglia di fare fatica, i litigi con compagni, tifosi e allenatori, e i suoi atteggiamenti fuori dal campo spesso sopra le righe hanno causato la parabola discendente di uno dei talenti italiani più forti che non è però mai riuscito realmente a svoltare spiccando il volo.

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