Milano Senza preavviso. Davide Astori se n'è andato così e la sua morte lascia annichiliti. Ma anche gli atleti muoiono. In Italia meno che altrove perché vige un obbligo di legge che impone test sotto sforzo per i professionisti ma anche per gli amatori, i controlli sono molto più efficaci. Ma ci sono patologie che sfuggono «la probabilità di morte improvvisa è molto bassa - spiega il professor Giuseppe de Angelis primario di cardiologia dell'ospedale di Rho - ma il fenomeno non è zero. Comunque i casi di morte improvvisa in genere nascondono sempre patologie cardiache che in condizioni normali sono silenti».
Ogni anno nel nostro Paese la morte improvvisa colpisce 60mila persone e l'80 per cento dei casi è dovuto a cause vascolari, il resto ad aneurisma cerebrale o dell'aorta. «I dati riguardano la popolazione generale - spiega il professor De Angelis - molto spesso persone ipertese o con patologie legate al diabete. Nella popolazione giovane invece la morte improvvisa è legata a patologie aritmiche o patologie muscolari cardiache che non si manifestano in condizioni di normalità e potrebbero anche non manifestarsi mai. C'è però una scintilla che può innescarle come una forte condizione di stress oppure lo sforzo di una attività sportiva agonistica».
Difficile coglierne i segnali. Difficile perché durante una gara o una prestazione fisica intensa un atleta allenato è generalmente abituato a convivere con fatica e dolori quindi spesso tende a sottovalutare i segnali o addirittura a non coglierli. «E i professionisti in genere sono più allenati e controllati - spiega il primario di cardiologia -. Per chi invece fa sport amatorialmente il problema è relativamente diverso. Chi fa attività agonistica deve sottoporsi oggi ad una visita sportiva generale che dopo un'anamnesi su eventuali patologie familiari prevede un esame delle urine, un esame spirometrico ed un esame cardiologico basale a cui segue un esame cardiologico sotto sforzo. Ovviamente la capacità predittiva di questo test è bassa e permette di evidenziare patologie latenti nel 60 per cento dei casi. Solo nel caso si evidenzi ad una patologia si procede ad un esame di secondo livello come possono essere un'ecografia cardiaca o una scintigrafia.
E solo se c'è un altissimo sospetto di patologia cardiaca evidenziata dagli esami precedenti e da una familiarità con casi di morte improvvisa si può pensare ad una coronografia, esame invasivo e quindi raramente proposto ad una persona sana».
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