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Pazza Inter e caos Roma ora sono solo un ricordo. Merito di Conte e Fonseca

Inter-Roma, sfida di vertice ma anche fra tecnici simili che hanno raddrizzato squadre complicate

Pazza Inter e caos Roma ora sono solo un ricordo. Merito di Conte e Fonseca

Inter-Roma è anche Conte contro Fonseca, allenatori manifesto delle squadre che aprono in anticipo la 15esima giornata di campionato. E se su Conte era facile scommettere che ce l'avrebbe fatta, come più o meno ce l'ha fatta ovunque, la scommessa vera è quella di chi per risollevare la Roma, e dopo i no di Conte, Sarri e Mihajlovic, ha puntato su un allenatore non di nome ma di sostanza, 3 campionati di fila vinti in Ucraina con lo Shakhtar, e in teoria nessuna conoscenza dell'Italia e del suo calcio. Poche settimane, e già Fonseca rispondeva alle domande in ottimo italiano: perché l'intelligenza si misura anche così.

Se l'Inter vola a passo da record, di nuovo davanti a tutti dopo il ribaltone di domenica e prima dello snodo Barcellona, la Roma non va piano, anzi: in trasferta ha vinto 4 volte su 7 (sempre in provincia) e ha perso una soltanto (ancora in provincia, a Parma). Ha pareggiato il derby, battuto Napoli e Milan, giocherà con la Juventus solo alla 19esima giornata. È ai margini della zona Champions, il tribunale della stagione di ogni club.

A Roma, c'era - e si sapeva - chi aveva pensato a Conte. «Totti mi ha chiamato, abbiamo parlato della possibilità di allenare la Roma, abbiamo valutato insieme la situazione e alla fine ho deciso di non accettare l'offerta, anche se in quel momento non c'era ancora l'Inter», dice Conte, raccontando una perdonabile bugia. L'accordo con l'Inter è di fine febbraio, ben antecedente la telefonata di Totti, arrivata a metà primavera. Lo sapeva bene Spalletti, che da marzo in avanti ha lavorato sapendo che non avrebbe fatto parte del futuro nerazzurro. La firma, quella sì, è arrivata a inizio maggio. Ma in certi casi è davvero solo una formalità. «Conte è un grande allenatore e per me è un onore allenare la Roma, sapendo che qui si era pensato anche a lui», dice invece Fonseca, uno di quelli convinti che la strada più veloce sia sempre quella più corta, anche se passa dal sacrificio di bandiere come Florenzi, quasi fuori anche stasera, quando invece ci dovrebbe essere Dzeko, ancorché reduce dall'influenza. Con lui l'Inter sarebbe stata perfetta. Con Nainggolan no, per lui non c'era spazio e Conte approfitta di Inter-Roma per ricordarlo. «Per Radja ho grande affetto, lo volevo anche al Chelsea. Ma è giusto che si faccia qualche domanda, se non gioca più all'Inter». Colpito e affondato. Stasera torna Borja Valero, con Vecino e Brozovic a fianco. D'Ambrosio dovrebbe rilevare Godin, accanto agl'intoccabili De Vrij e Skriniar. Di Sensi si parlerà passata la sosta.

Dopo un anno, è davvero un'altra storia. Il 2 dicembre 2018, Roma-Inter all'Olimpico finì 2-2. Dopo 14 giornate, le stesse giocate finora, la Juventus era in testa al campionato, 8 punti in più del Napoli, 11 dell'Inter e addirittura 20 sulla Roma, settima in classifica. Nel turno successivo, la forbice si allargò ulteriormente: merito o colpa di Mandzukic che firmò l'1-0 di Juventus-Inter, spingendo i nerazzurri - per quanto terzi - 14 punti più sotto. Roma addirittura nona, a meno 22. Di fatto: 2 campionati finiti, 2 verdetti emessi.

Quest'anno no, firmato Conte e Fonseca.

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