Pelé, Boninsegna e Vieri Se le figurine battono Neymar & Balotelli

Chiedo scusa ma, potendo scegliere, preferisco tenermi le figurine di Pelé e Zico, di Boninsegna e Vieri. Osservo Neymar e Balotelli e la propaganda ripete che trattasi di fenomeni, campioni, ragazzi d'oro. Sul metallo pregiato ci siamo, visti i conti in banca dei due ragazzi ma il primo tempo di Brasile Italia è stata roba piccola, ma davvero modesta, con alcuni alibi e giustificazioni per il superMario nostro e nessuna scusa per il bello milionario del Barcellona. Vengo alla scelta: Neymar è un diver, un tuffatore perfetto, si piega e si affloscia appena sente il petto, lo stinco, la scarpa di un avversario, i nostri sono abili ed esperti nel tema "come ti muovi ti fulmino" ma il brasilero fa anche il maligno, picchia lui con i gomiti e fa saltare la spalla di Abate e prende anche un'ammonizione; sbaglia una conclusione in maniera parrocchiale, non lascia traccia nei primi tre quarti d'ora, mai entrando in area azzurra.
Balotelli non ha la cattiveria dei due Bobo, Boninsegna e Vieri, e nemmeno l'astuzia di Pablito Rossi, gioca un football naif, viene di nuovo lasciato sulla zattera, solo e solitario come un naufrago, da Cesare Prandelli, non ha nemmeno la buona sorte di sfruttare una gaffe di Dante il nome giusto che ci porta all'inferno grazie alla miopia dell'assistente di linea.
Neymar e Balotelli, visti a Salvador do Bahia, sono acqua sulle piume di un'oca, scivolano via senza lasciare il segno, il boato del pubblico che ne aveva accompagnato l'ingresso in campo, l'annuncio del loro cognome e la prima giocata, si spegne, trasformandosi in un mormorio.
La torcida brasiliana è abituata a caviale e tartufi, Neymar non è nemmeno il massimo della simpatia, è costruito in modo perfetto dallo star system che è il cardine intorno al quale gira tutto il mondo dello sport e dello spettacolo, ha talento, indiscusso e indiscutibile ma i pentacampioni ci hanno abituato ad altri fenomemi veri, Ronaldo, oggi gonfio come un otre, Ronaldinho, Rivaldo per citare gli ultimi del carnevale per risalire nel tempo con Zico, Rivelino, Junior, Falcao e, sul Pan de Azucar, Edson Arantes de Nascimento, in quattro lettere PELÉ, cioè il football. Idem (nel senso latino e non ministeriale) per Balotelli che messo a paragone con i citati Boninsegna, Vieri, Rossi, Chinaglia direi, Rivera e Mazzola è una "riserva", una promessa. D'accordo, è giovane Mario, è giovane Neymar ma alla loro età altri campioni avevano già dato e preso, dimostrando virtù effettive sul campo e non con gli sponsor.

Poiché il calcio è bello perché vario o avariato, nel secondo tempo Balotelli manda in gol, con un colpo da scorpione, Giaccherini mentre Neymar, dopo tuffo e relativo fischio dell'ingenuo Irmatov, arbitro uzbeko, si mostra al mondo con una punizione che fa coricare Buffon. Balotelli ha cercato di replicare, con una sventola da trenta metri. Ripeto, siamo all'ordinaria esibizione, molte premesse, polvere di stelle ma aspetto roba più seria e feroce. Al prossimo anno.

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