Tokyo 2020

Lo sfogo della Ferrari: "Perché devo soffrire tanto?"

La ginnasta azzurra corona il sogno della carriera nonostante gli infortuni e i dolori ai piedi con cui è costretta a convivere

Lo sfogo della Ferrari: "Perché devo soffrire tanto?"

"Sono ancora un po' frastornata, non mi sono fermata un attimo dalla gara. Sono partita per lottare per l'oro, ma sono molto felice per questo argento...". Sono le prime parole di Vanessa Ferrari subito dopo il rientro in Italia.

È tornata a casa con la sua medaglia d'argento al collo, adesso non la lascia più. Quello di Vanessa Ferrari è stato un percorso complicato, pieno di insidie e di sfortuna, e tantissimi infortuni che ne hanno rallentato la carriera. Addirittura ha dovuto subire ben cinque interventi chirurgici e ha dovuto superare tra la rottura del tendine d'Achille, alle due caviglie, ancora prima la frattura all'osso scafoide del piede e infine il Covid che l'ha colpita a marzo di quest'anno. In totale è stata ferma 600 giorni fra questi Giochi e gli ultimi eppure non ha mai mollato."La medaglia mi ripaga di tutti i sacrifici fatti sin da quando sono bambina e soprattutto negli ultimi anni - ha sottolineato - dopo la rottura del tendine è stato molto complicato tornare".

Anche questa settimana a Tokyo 2020 il dolore non l'ha lasciata mai e c’è voluto davvero un piccolo miracolo di gestione per trovare il giusto equilibrio "restare allenata con la necessità di preservarsi, senza irritare troppo i tendini". Così sono state decisive le sedute nella stanza del fisioterapista della Nazionale, Salvatore Scintu, che da 25 anni cura muscoli e articolazioni dei nostri ginnasti, da Chechi a Cassina fino appunto alla Ferrari. "Purtroppo non posso sostituire i piedi di Vanessa — scherza Scintu — però abbiamo fatto del nostro meglio per alleviarle il dolore che ancora sente, soprattutto al momento degli stacchi. Dallo scarico manuale alle terapie fisiche e ai trattamenti, abbiamo cercato di metterla nelle condizioni di esprimere la sua ginnastica".

Vanessa ha portato anche il suo dolore in pedana, e assieme hanno vinto l’argento. "Un ginnasta ci convive, è abituato — raccontava lei —, ma quando diventa troppo forte è dura. A volte me lo chiedo: perché devo soffrire così tanto?". E cosa si risponde in questi casi? "Che ho degli obiettivi da raggiungere". Adesso l'obiettivo è raggiunto, ma Vanessa è già pronta a chiedersi se non varrebbe la pena proseguire fino a Parigi 2024. "Ora non so cosa farò. Farò le mie considerazioni. Sicuramente prenderò un po’ di tempo per me, per sistemarmi fisicamente, capire cosa vorrò fare e mi renderà felice" assicura per adesso Vanessa. Forse dentro di lui in conto di proseguire ancora il suo percorso. Perchè come ha ripetuto spesso lei stessa "se un ginnasta non ha male da qualche parte significa che non si è allenato bene".

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