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Pergolettese, il dg Fogliazza: "Sì alla riforma del calcio, ma la Figc lo sta rovinando"

La riforma dei campionati di calcio italiani è tema caldo che fa discutere. L'intervista al deus ex machina della Pergolettese, Cesare Fogliazza

Pergolettese, il dg Fogliazza: "Sì alla riforma del calcio, ma la Figc lo sta rovinando"

"Smettiamola, lo dico a chi siede a Roma in Figc, di fare il male del calcio". Cesare Fogliazza, ex presidente e attuale direttore generale della Pergolettese, è un fiume in piena contro la Federazione italiana giuoco calcio e il suo presidente Gabriele Gravina. Fogliazza è nel mondo del calcio da quarant’anni: spirito battagliero, incarna l’essenza del pallone "pane e salame" ed è l’anima di una bella e sana realtà sportiva quale la Pergolettese. Al telefono ci spiega che la riforma dei campionati – riduzione da 100 a 60 delle società professionistiche, con la creazione di due B e di 3 C "dilettantistiche"– non gli dispiace, ma non è abbastanza: "“La prima grande riforma la dobbiamo fare in primis tra noi società, perché i danni li fa chi amministra male…". Bocciata, invece, l’idea di far concludere la Lega Pro con i Play off e i Play out: "Che senso ha? Solo quello di venire incontro alle squadre che non hanno i soldi per portare a termine la stagione, ma non è giusto nei confronti di tutte le altre". E intanto il consiglio federale che dovrà decidere sul futuro della C è stato spostato dal 3 all’8 giugno...

Presidente, cosa ne pensa di questa volontà di ridisegnare i campionati di B e di C?
"È una riforma che ha senso, però alt: prima c’è da finire un campionato, o sbaglio? Mi spiego: le riforme ci possono essere ed è giusto che ci siano, ma – parlo per me – non è che la Lega Pro così com’è mi spaventa"

Però la C attuale è, diciamo, problematica...
"La C è ‘vittima’ di chi fa investimenti non consoni alla categoria, facendosi delle aspettative sui soldi che deve mettere la federazione o qualcun altro. Ma se una società o un presidente fa le cose ponderate, programma bene il budget e lo rispetta, dov’è il problema?"

Che non tutte le società di Lega Pro sono virtuose, ecco..
"Vero. Le società sane sono quelle credibili e viceversa. Infatti ci possono, anzi, devono essere dei correttivi che possono fare del bene al movimento, come – giusto per fare un esempio – la defiscalizzazione per i tesserati under23. Però, per il resto, francamente non capisco cosa vogliono inventarsi, come vogliono fare diventare questo calcio..."

Nel merito della riforma, la sua posizione quindi qual è? Favorevole, ma prima vuole concludere regolarmente il campionato?
"Certo, per correttezza e credibilità verso noi stessi e le persone che fanno andare avanti il movimento ogni anno. Poi, ovvio, l’eventuale defiscalizzazione sugli introiti e gli sponsor darebbe un aiuto. Però io vorrei capire una cosa..."

Quale?
"Perché in tutta Europa le terze serie sono state cancellate e l’unico Paese in cui la federazione è andata contro il 95% delle proposte dalla Lega Pro è stata la Figc di Gravina? Perché? Poi, quando in palio ci sono ancora 33 punti, sono venuti fuori i playout e i playoff, ma questi ultimi sono facoltativi: che senso ha? Solo quello di venire incontro alle squadre che non hanno i soldi per portare a termine la stagione, ma non è giusto nei confronti di tutte le altre! Le regole devono valere per tutti e non le si può cambiare in corsa, peraltro in questo modo. Se portano a termine la A e la B, noi che siamo professionisti perché dobbiamo essere da meno? Allora, piuttosto, blocchiamo il campionato e facciamo valere i meriti sportivi"

Che non sarebbe una brutta idea..."
"Certo che no. Ragazzi, siamo nel mezzo di una pandemia mondiale che ha ucciso quasi 35mila persone in Italia, di cui 16mila nella nostra Lombardia: io ho perso mio nipote di 37 anni. Di che cosa stiamo parlando? Rendiamoci bene conto del contesto drammatico nel quale siamo: cerchiamo di essere trasparenti, corretti credibili e di portare rispetto per i morti. E smettiamola, lo dico a chi siede a Roma, di fare il male del calcio. Se il campionato non può concludersi non è colpa di nessuno, se non del maledetto Covid: mi dispiace tantissimo per tutti, ma stoppiamolo dalla Serie A alla "serie Z". Come facciamo a giocare ogni tre giorni tra tamponi e tamponcini? Dai, per favore..."

Insomma, questa riforma?
"Io dico che la vera macro riforma la dobbiamo fare in primis tra noi società, perché i danni li fa chi amministra male: succede nelle aziende, succede ovviamente anche nelle società di calcio"

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