"Pesate nude e senza forcine". La ct Maccarani: "Ma io fiduciosa"

Processo sui preunti maltrattamenti all'Accademia nazionale di ginnastica ritmica di Desio. Sul banco degli imputati l'allora direttore, oggi solo coach Emanuela Maccarani e la vice Olga Tishina

"Pesate nude e senza forcine". La ct Maccarani: "Ma io fiduciosa"
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C'è chi trovava pesante perfino una forcina e chi, forse, non pesava le parole. Sembrano due verità quelle uscite ieri dall'udienza sportiva di primo grado sul caso dei maltrattamenti all'Accademia nazionale di ginnastica ritmica di Desio. Sul banco degli imputati l'allora direttore, oggi solo coach Emanuela Maccarani (nella foto) e la vice Olga Tishina. La nazionale ha ripreso con successo il suo iter di Coppa; fra una settimana ci sono gli Europei con il pass olimpico da conquistare, ma la gara qui si gioca anche contro il tempo e nelle aule di un hotel, il Melià, divenuto, per un giorno, corte sportiva. A sfilare ieri, non in pedana ma sul banco dei testimoni, alcune ex nazionali. Ed è li che la verità è sembrata una cosa per alcune, l'opposto per le altre.

Fra le prime a parlare, Anna Basta, nazionale dal 2016, una delle tre storiche accusatrici. «Fiduciosa nella giustizia», Basta ha ribadito l'odiosità del rito quotidiano della pesata: «In fila, dopo colazione, nude, qualcuno si toglieva le forcine per pesare meno. Quando Olga (Tishina) ci pesava, arrivavano commenti anche per 3 o 4 etti in più: "Il bambino cresce? Non ti vergogni?". Nel 2019, per un esercizio di salto dentro a un cerchio, la Maccarani mi disse: "Se dimagrisci, ti diminuisce anche il culo e ci passi".

Di segno opposto le parole di Agnese Duranti, bronzo a Tokyo 2020, ma anche compagna di stanza di Basta: «Sono allibita dalle parole della mia compagna di cui non ho mai notato ne disagio né intenzioni di farla finita. Non ci sono state aggressioni fisiche». La campionessa ha, semmai, confermato che, in alcuni casi, "volassero" termini forti: «Non state facendo niente, siete delle stronze», ma che il tutto fosse relativo alla tensione del momento.

«Sistema malato? Queste accuse colpiscono il progetto della Nazionale. Qui si parla di correzioni in vista di competizioni mondiali. Non entro nel merito, a protezione delle ragazze», ha scandito Emanuela Maccarani, prima di tornare in palestra. Prossima udienza il 16 giugno.

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