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"Piedi per terra: Galles popolo di rugbisti. Si può fare la storia, il futuro è già nostro"

Se l'Italia vincesse oggi centrerebbe il suo miglior 6 Nazioni di sempre Il seconda linea azzurro: «Gruppo coeso, la svolta dopo il flop Mondiale»

"Piedi per terra: Galles popolo di rugbisti. Si può fare la storia, il futuro è già nostro"

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"Piedi per terra: Galles popolo di rugbisti. Si può fare la storia, il futuro è già nostro"

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In Galles per la storia. Questa volta sì, perché uscire vittoriosi da Cardiff (oggi ore 15.15, tv Sky e Tv8) vorrebbe dire non lasciare isolata, come al solito, la vittoria sulla Scozia, dare continuità al rendimento del rugby azzurro e, sommando anche il pareggio di venti giorni fa in Francia, raggiungere il miglior risultato dell'Italia ovale nel Sei Nazioni. Mai in 25 anni gli azzurri sono infatti andati oltre le 2 vittorie e 3 sconfitte. Uno degli uomini chiamati a scrivere la storia sarà Niccolò Cannone, 26enne seconda linea fiorentino, uno dei giovani talenti che ha scalato le nazionali azzurre partendo dall'Accademia Fir prima di vincere uno scudetto con il Petrarca e accasarsi poi nella franchigia Benetton.

Cardiff ultima tappa del Sei Nazioni '24: questa Italia come arriva in Galles?

«Molto carica. Abbiamo ancora negli occhi la vittoria sulla Scozia che ci ha dato tanta confidenza e consapevolezza. Ma sappiamo anche ci aspetta una battaglia durissima».

Si può dire che per la prima volta l'Italia arrivi in Galles da favorita. Almeno stando ai risultati di questo torneo...

«Io di certo non mi sento favorito e penso che anche i miei compagni la pensino come me. Andiamo a giocare a casa loro, davanti a 80mila spettatori, nella casa di un popolo di rugbisti. Altro che favoriti: sarà proprio dura».

Vincere in Galles però sarebbe un vero passo verso la storia. O pensate che sia già stata un'impresa quella con la Scozia?

«Noi sappiamo che prima della Scozia stavamo per vincere in Francia e abbiamo perso di soli tre punti con l'Inghilterra. Credo che queste prestazioni diano già molto peso al nostro torneo. Poi non so se la vittoria sulla Scozia sia da considerare storica, di certo lo è per me che non avevo mai vinto una partita all'Olimpico. Ed è stata una grande emozione conquistarla soprattutto contro una squadra come questa Scozia, che gioca un bellissimo rugby».

C'è molta euforia anche nell'ambiente attorno alla Nazionale. Adesso tutti si aspettano un altro risultato. Sentite il peso della pressione?

«No, teniamo i piedi per terra. Sappiamo che in Galles sarà un'altra storia, 80' minuti di battaglia».

Qual è stata la svolta?

«Direi quella con la Francia, in cui abbiamo veramente espresso il nostro carattere. Una grande prova difensiva, ma anche le mete sono arrivate con il contributo di tanti giocatori. Segno di una squadra che sa costruire».

Dalla delusione del Mondiali ad oggi che cosa è cambiato?

«Dovrei dire l'allenatore, ma noi ci siamo trovati molto bene anche con Crowley, che è un tecnico di assoluto livello mondiale. Pure Quesada è un super, lo si era già visto allo Stade Français, e ha portato il suo modo di giocare. Ma direi soprattutto che è cresciuto il gruppo, adesso c'è molta più coesione tra di noi».

Due anni fa in Galles arrivò la vittoria che spezzò la tremenda serie di 36 sconfitte consecutive. Sembrava la svolta e invece tornammo a perdere... Adesso sarà finalmente la volta buona?

«Quello che è successo in Galles due anni fa non conta. Fu una bella sensazione ma adesso è un'altra storia. E anche se non dovesse arrivare il risultato a Cardiff, questa è un'Italia in crescita, che ha un grande futuro.

E io voglio far parte di questo gruppo il più a lungo possibile».

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