Calcio

Pioli fa saltare l'algoritmo

Cardinale a Milanello per il faccia a faccia col tecnico: fiducia a tempo. Tiene banco lo stillicidio di infortuni, l'ultimo è Thiaw: fuori almeno due mesi

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L'ultimo bollettino proveniente dal fronte di Milanello è il più sconfortante della serie: Thiaw fuori almeno 2-3 mesi causa una severa lesione del bicipite femorale della coscia sinistra. Questo significa che sabato sera, col Frosinone a San Siro, Stefano Pioli deve inventarsi una difesa d'ufficio: a disposizione c'è solo Tomori dei 5 difensori centrali in dotazione (Thiaw, Kalulu, Pellegrino e Kjaer, a vario titolo, indisponibili). Non è la prima volta e non è nemmeno l'ultima a giudicare dalle cifre della mattanza rossonera (25 gli infortuni fin qui denunciati, di questi 17 muscolari) che certifica la responsabilità collettiva dello staff tecnico e dei preparatori. Paradossalmente, è proprio questa emergenza, per il momento, a suggerire a Cardinale e Furlani di soprassedere a un cambio in corsa di Stefano Pioli e dei suoi collaboratori.

Al di là del ridotto elenco di alternative convincenti (un emissario ha proposto come traghettatore la candidatura di Shevchenko ma ha ricevuto risposta negativa, fonte Nicolò Schira, ndr), è questo semplice calcolo a tenere banco martedì notte e ieri mattina al termine dell'incontro a Milanello tra il tecnico di Parma e il proprietario Gerry Cardinale. Di qui la scelta di una conferma a tempo della panchina attuale. Solo un guaritore potrebbe, nel giro di qualche giorno, recuperare la piena salute dell'organico che, nella prima parte della stagione, viaggiando a pieno ritmo sull'onda dell'algoritmo, ha comandato la classifica. Nel confronto con Cardinale, Pioli ha continuato a ripetere d'aver messo in atto correttivi per provare a migliorare l'inquietante deficit: provare per credere. Per questo stesso motivo l'annuncio del ritorno di Ibra - presente al fianco di Cardinale in tribuna martedì sera - non è la priorità visto che il suo ruolo non sarà nell'organico rossonero ma in Redbird.

Se gli infortuni sono la causa più vistosa dell'attuale crisi, c'è anche la componente calcistica da non trascurare. Arrigo Sacchi ha ripetuto la sua analisi («non è ancora una squadra»), i numeri del recente periodo si sono incaricati di denunciare le fragilità tattiche patite nelle sfide domestiche: tre delle ultime cinque sfide perse a San Siro (contro Juve, Udinese e Borussia) hanno certificato sbavature difensive e nell'ultimo caso (contro il Borussia) denunciato i rischi corsi nel mandare Calabria finta ala, infilato alle spalle da Gitten, l'eversore dei tedeschi. Altro aspetto, direttamente collegato alla vicenda infortuni, è quello di natura psicologica. Non è sfuggito agli osservatori la reazione istintiva di Davide Calabria, capitano del gruppo, in occasione dell'accidente muscolare capitato a Thiaw: si è messo le mani nei capelli, consapevole della mancanza di alternative in panchina, tanto da dover fare ricorso a un improvvisato rattoppo con Krunic difensore centrale. Da quel gesto di scoramento personale e forse anche collettivo, ha preso le mosse lo sfilacciamento denunciato nel finale della serata europea. Che pone questioni di natura economica e finanziaria.

L'uscita, probabile, dalla Champions («abbiamo 2-3 %» il pronostico verosimile di Adli) può provocare una perdita secca di almeno 50 milioni secchi rispetto al precedente bilancio e in qualche modo condizionare il ricorso al mercato di riparazione, a gennaio, che non può avere effetti miracolosi per una questione elementare. Da qui fino a marzo, cancellata la solita sosta invernale per Natale, il campionato non si fermerà più.

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