Pistolero Contador ha già ucciso il Giro

Lo spagnolo demolisce Aru nella maxicrono e torna leader con 2'28'': «Ma non è finita» Fabio si fa coraggio: «Ci sono tante salite...»

Pistolero Contador ha già ucciso il Giro

ValdobbiadeneLasciate ogni speranza o voi che pedalate. Contro questo Alberto Contador, l'uomo dalla "tripla corona", titolo che spetta solo e soltanto a chi in carriera ha vinto almeno una volta sia il Giro che il Tour e la Vuelta, c'è ben poco da fare. Deve ammalarsi, cadere, essere colpito da un meteorite, altrimenti lo ritroveremo felice e sereno come ieri pomeriggio sul gradino più alto del podio anche tra una settimana, a Milano.

Non è la fine, ma la speranza che possa finire diversamente da quanto si è visto ieri pomeriggio sulle strade del Prosecco, in un clima assolutamente bagnato, è ridotta al lumicino. Alberto Contador è di un altro pianeta. È vero, la crono da Treviso a Valdobbiadene era eccessivamente "maxi", troppo condizionante e determinante nell'economia di una "corsa rosa" nel suo complesso ben disegnata. Ieri il Giro è iniziato ed è in pratica finito, ma è anche vero che se si invita a cantare Pavarotti, non ci si può poi lamentare se attorno a lui i Cugini di Campagna non tengono le note. La differenza sta tutta lì. Gli organizzatori si sono fatti prendere sì la mano, hanno un tantino esagerato nella costruzione di questa crono-spot sulle strade del Prosecco, ma non è colpa solo di questa prova contro il tempo se a brindare è stato il solo Contador.

In verità ha brindato anche il 33enne della Sky Vasil Kiryienka, che ha trionfato sui 59 km di corsa con il tempo di 1.17'52". Per il bielorusso, pro' dal 2004, si tratta del primo centro stagionale, il decimo in carriera da professionista. Al secondo posto, a 12", lo spagnolo Luis Leon Sanchez, meglio di Alberto Contador di soli 2". Quarto Gretsch a 23", quinto Kruiswijk a 1'09".

Il sogno di Aru dura solo un giorno. Ventiquattro ore, anche se lui arriva 29° a 2'47" da Alberto Contador. In classifica generale il sardo torna ad inseguire: è secondo a 2'28" dallo spagnolo. Novità anche per la terza piazza, occupata adesso da Andrey Amador a 3'36" dalla maglia rosa. Il colombiano Rigoberto Uran ha chiuso 23° a 2'45" dal migliore, e in classifica è quarto a 4'14" da Contador. Malissimo Richie Porte: il capitano di Sky ha chiuso 55° ed esce definitivamente dai giochi del Giro: ora è 17° a 8'52''.

Tornando al pistolero, non è un caso che ieri, per la prima volta in questo Giro, Contador abbia fatto il gesto della pistola sul podio rosa. «Se ho ucciso il Giro? No, questa corsa è ancora tutta da vivere - dice lo spagnolo tornato leader -. Ora devo solo pensare a recuperare bene lo sforzo: ho molto male alle gambe. Mi sembra che esplodano. Il vantaggio su Aru è una differenza buona soprattutto dopo la caduta di Jesolo, ma è ancora molto temibile».

Fabio Aru ringrazia e pensa anche lui a quello che verrà. «La sensazione e l'emozione di correre con la maglia rosa sulle spalle è stata davvero bella - dice il corridore sardo -. In ogni caso faccio i miei complimenti ad Alberto: ha fatto una grandissima cronometro. Per quanto mi riguarda, invece, non sono contento. Però voglio pensare positivo.

Manca una settimana di Giro, ci sono ancora tante montagne da scalare, spero di regalare qualche emozione ai miei tanti tifosi».

L'ultima parola spetta a lui, ad Alberto Contador: «Sicuramente questo sarà il mio ultimo Giro d'Italia», fa sapere. Il Giro non è finito, ma lo spagnolo è già ai saluti.

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