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Un placcaggio, poi l'infarto. Choc Hamlin in America

Il giocatore di Buffalo rianimato per 9 minuti in campo. L'Nfl si ferma, l'Uefa per Eriksen non lo fece

Un placcaggio, poi l'infarto. Choc Hamlin in America

Quella di lunedì doveva essere una serata di grande spettacolo, per gli appassionati di football americano. Ma la sfida tra Cincinnati e Buffalo, due delle candidate per un posto al Super Bowl, si è ben presto trasformata in un incubo. Pochi minuti dopo l'inizio della gara, Damar Hamlin si è infatti trovato a lottare per la propria vita. Il cornerback di Buffalo, ventiquattrenne alla seconda stagione in NFL, è collassato in campo al termine di un'azione di gioco, crollando a terra privo di sensi subito dopo essersi rialzato in seguito al violento scontro con un avversario.

Nessun dubbio per i dottori e gli esperti intervenuti con i primi soccorsi: il cuore del giocatore è andato in arresto in seguito a quella che viene definita in gergo medico commotio cordis, vale a dire un impatto diretto proprio nella zona cardiaca e di violenza tale da fermarne il battito. Anche se non sono mancati i soliti complottisti da vaccino, pronti a impalcare fantasiose teorie su possibili responsabilità del siero anti-Covid nel malore occorso allo sfortunato giocatore dei Bills. Per nove, interminabili minuti, i soccorritori gli hanno praticato il massaggio cardiaco, riuscendo a riavviare il battito del ragazzo prima del trasporto d'urgenza all'ospedale di Cincinnati, dove Hamlin è stato intubato e dove è attualmente ricoverato in terapia intensiva, in condizioni definite critiche.

Le terribili immagini giunte dagli Stati Uniti hanno fatto inevitabilmente correre la mente al 12 giugno 2021, quando Christian Eriksen si accasciò a terra nel corso della gara degli Europei tra Danimarca e Finlandia. La reazione dei compagni di squadra, Kjaer in testa, diventò un modello di umana compassione a fronte del cinismo delle telecamere e della Uefa, che nonostante il parere contrario dei compagni di nazionale dell'ex interista impose la prosecuzione della gara.

Nel caso di Hamlin, gli esiti sono stati ben diversi: davanti alla ferma presa di posizione di giocatori e staff delle due squadre, la NFL non ha potuto far altro che interrompere la partita e posticiparla a data da destinarsi. Una scelta non scontata anche alla luce della crucialità della sfida, penultima della stagione regolare e decisiva per definire gli accoppiamenti di alta classifica dei playoff della AFC. Ma di fronte a una tragedia di questo tipo, a volte lo sport dimostra di saper ancora fare un passo indietro. Un atto dovuto, accompagnato dalla commovente ondata di solidarietà che ha portato in meno di un giorno a raccogliere oltre 4 milioni di dollari a favore della fondazione del giocatore. «Damar sta lottando, da combattente qual è», ha fatto sapere il suo agente.

Coraggio, ragazzo: c'è in gioco la partita più importante.

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