Calimero fa il gallo per un giorno in quel pollaio della Formula 1 che a lungo lo ha sbertucciato. Accade che Felipe Massa firmi la pole al Gp d'Austria, la sedicesima della carriera di un pilota che alla Ferrari aveva intrapreso una lunga parabola discendente. Il punto più basso l'anno scorso a Montecarlo: due «murate» per l'addio alla Rossa. Lui ha fatto le valigie, ha trovato un volante alla Williams, l'accoppiata perfetta, qualcuno azzardò, tra un ex pilota e una storica scuderia decaduta. Non solo, a seguire il brasiliano anche Robert Smedley, l'ingegnere che ieri ha preso da parte il suo pilota e gli ha detto: «Devi fare la pole, è da sette anni che non guidi una macchina così veloce». Uno schiaffo alla Ferrari, per la quale entrambi avevano lavorato fino all'altro ieri. La rossa ingoia e ricambia con le carezze di Fernando Alonso nel giorno della sua migliore qualifica dell'anno, parole sue: quarto tempo, cioè seconda fila come non gli capitava dal Gp del Bahrain. «Abbiamo vissuto quattro anni insieme - ha detto l'asturiano - siamo stati in difficoltà, non potevamo quasi mai lottare per la pole. Sono contento per lui che ora ha una macchina velocissima...». Come dire che la colpa non era solo tua, caro Felipe. Al quale Frank Williams raccomanda in vista della gara: «Guida come fai normalmente, sei già molto veloce».
Intanto il brasiliano gli regala una pole che mancava dal 2012, festeggiata alla Williams come un Mondiale, capolavoro completato dal monopolio della prima fila con Bottas, mentre Massa corre a baciare la moglie e il piccolo Felipinho. La rivincita di Calimero, che non scattava davanti a tutti da sei anni, è nell'ironia sempre del suo ingegnere: «Sono leggermente felice...». Massa se la cava con un «non ho mai avuto in carriera tante possibilità, era tanto tempo che non ci potevo arrivare...». Se si pensa che le ultime sette stagioni le aveva vissute a Maranello si capisce perché la sorpresa nell'uovo dell'ex scudiero vada di traverso alla Ferrari.
Sorpresa nella sorpresa perché Massa per una volta ha avuto anche fortuna con le Mercedes che dopo aver interrotto la striscia di vittorie in Canada, stoppano anche quella delle pole soprattutto per demeriti propri. Solo nono Hamilton che praticamente non fa il Q3 tra un tempo annullato (reo di aver calpestato un'assurda pennellata di vernice bianca alla curva 8) e un testacoda, che penalizza anche Rosberg, alla fine terzo, frenato dalle bandiere gialle nell'ultimo assalto. Contrattempi da non scambiare per crisi, quella che invece attraversa in pieno Sebastian Vettel. Che Ricciardo gli stia davanti è un'abitudine (a proposito di giovani anche Magnussen «paga» Button e il russo Kvyat batte un colpo), ma che il campione in carica non superi nemmeno il taglio della Q2, dodicesimo, è roba da non credere. Soprattutto perché succede nel weekend del rientro in F1 della pista di casa, rimessa a nuovo dalla Red Bull. Un ritorno a casa finora amaro e il gigantesco Toro che dà il benvenuto in mezzo alle Alpi ha le corna abbassate.
Però potrebbe rialzarle in una gara che sul corto e particolare circuito di Spielberg si annuncia interessante come mai in questa stagione. Non sarebbe una sorpresa, lo è per Alonso questa seconda fila: «Bella sorpresa»; mentre si rifà al calcio per la gara: «Giocheremo in attacco, ma anche in difesa».
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