Spingendosi in una accorata analisi, figlia di una notte di lunghi pensamenti, Prandelli ne ha detta una giusta: agli europei questa Italia ha sognato. Ecco, quelli eran sogni. Ed oggi sono finiti. E c'era da stupirsi come fossero cominciati. L' Italia è tornata Italia. Non terra di fenomeni calcistici, piuttosto di buoni lavoratori. Quello visto contro la Bulgaria è spartito da vera Italia: nulla da invitare alla depressione ma nemmeno qualcosa da condurre alla esaltazione. L'Italia del calcio non ha fenomeni, solo appredisti rompiscatole: sia in campo, sia fuori. La qualità sta sulla bocca di Prandelli, ma poi dovrebbe riflettersi sul terreno di gioco. Sarà un caso, ma il ct la cerca sempre negli uomini sbagliati. Agli europei ha insistito su Cassano anche quando era chiaro che il tipo non ne aveva piu'. Stavolta si è affidato a Giovinco, che riesce ad esser Atomico(sì, vabbe', un sorriso ci sta) solo quando gioca in campionato. Gli affari internazionali non sono cosa sua. Lo aveva già dimostrato agli europei, ma il ct è un po' duretto nell'inquadrare la realtà. L'Italia del Giovinco, o dei Giovinco, non andra' mai da nessuna parte perché il calcio di oggi richiede qualità e vigore atletico, statura e prepotenza fisica. Non tutti sono Messi e nemmeno Maradona.
L'Italia che non batte la Bulgaria ci sta, lo raccontano i numeri e la tradizione. L'Italia che in settembre, ad inizio stagione, ha qualche giro di motore in meno, fa parte di una certa abitudine mentale. L'Italia che prende sottogamba le prime partite, fossero anche di qualificazione mondiale, è un classico della storia. Ma c'è Italia e Italia. E questa e' figlia di una certa mediocrità. Non saranno Buffon, Pirlo, De Rossi e Marchisio i giocatori che ci lasceranno a piedi, anche se sarebbe ora di trovar l'alternativa a Pirlo e magari al portiere, e' il resto che fa acqua. Ct compreso.
Ci voleva proprio un'altra partita per capire che Maggio e Giaccherini sono da panchina? L'effetto (leggi svarioni) Bonucci per quanto ancora ci dovra' acccompagnare? L' attacco ha una bella varieta' di scelte, salvo non farci del male da soli. Non mancano certo le punte, basta scegliere bene. Da Balotelli a Osvaldo, da Destro a Pazzini, magari provando Insigne e dando ancora fiducia a Matri, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Certo, se poi ci riduciamo a Giovinco.... Giocare nella Juve è un buon passaporto per chiunque, ma non è detto che la Juve dia a tutti un passaporto per la nazionale. Un tempo la Juve poteva essere la forza di un ct. Oggi rischia di essere solo una debolezza di un commissario tecnico. Non e' detto che vincere in Italia valga un credito internazionale.
Ieri Osvaldo ha ringraziato Zeman, ma non parevano le parole di uno sfrontato leccapiedi. Piuttosto poteva indurre ad una riflessione. In sintesi lo ha ringraziato per averlo migliorato tecnicamente e nel modo di giocare. Con Zeman capita, con altri no. Ecco, se vogliamo che il nostro calcio migliori, senza ridurci a queste figure internazionali sulle quali costruire castelli di critiche o valanghe di giustificazioni, forse dovremmo cercare qualche allenatore che migliori i suoi calciatori. Servono tecnici che non parlino della tattica come leggessero la Bibbia, ma di gente che sappia raffinare i piedi e magari la testa dei giocatori.
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