Habemus ct nuovo. Senza ipocrisie né giochini di prestigio. È Cesare Prandelli, persona seria oltre che competente, proveniente da una carriera limpida e lineare, tutta sviluppata in salita, fino al quinquennio fiorentino, con la Champions affrontata di slancio e persa per lo sfondone di Ovrebo, il ciccione norvegese finalmente congedato dall’Uefa. È destinato a prendere il posto di Marcello Lippi, in uscita qualunque sia il risultato di Sud Africa 2010, come nello stile del personaggio, esattamente come accadde nel 2006, per motivi diversi. Scontata l’obiezione dei dottor sottile in circolazione: «Ma c’era bisogno di andare al mondiale con due ct, uno in carica, l’altro già sotto contratto?».
Certo, c’era bisogno. È un esempio di trasparenza da parte della federcalcio, in passato accusata di comportarsi come un club qualunque. Giancarlo Abete ha tenuto fede all’impegno preso. «Conoscerete il nuovo ct prima della partenza per il mondiale» promise quando si capì chiaramente l’intenzione di Lippi, ferito dalla mancanza di riconoscenza di pubblico e critica nei suoi confronti. Marcello non ha mai perdonato i fischi di Parma e non solo, aggiunti alle censure per aver lasciato a casa Cassano e Balotelli e ha deciso, in anticipo, di sbattere la porta del club Italia.
Accordo raggiunto nella forma. Per la firma del contratto, con tutti i dettagli, ci sarà il tempo giusto, scandito dalla rescissione con la Fiorentina e dalla presentazione ufficiale al pubblico italiano, il 15 luglio nella migliore delle ipotesi (11 luglio la data della finale), con inevitabile anticipo se il ritorno a casa della carovana azzurra sarà prematuro. Mercoledì 11 agosto il debutto in panchina di Prandelli: sede e identità del rivale da sfidare in amichevole ancora decidere. Avverrà 8 giorni prima del compleanno di Cesare, 53 anni, l’età della maturità. «Affronterò la sfida con serenità, adesso vado in vacanza a ricaricare le pile e forza Italia» l’unica battuta riferita da Prandelli ai tanti amici che gli hanno spedito messaggi d’augurio. «La federcalcio ha trovato la persona giusta» il battesimo di Lippi, in sella fino al 30 giugno. «Ora sono concentrato tutto sul mondiale e sul sostegno alla missione degli azzurri» la dichiarazione di Abete. Nessun contratto è stato firmato, quindi. Incontro, stretta di mano e appuntamento alle prossime settimane.
Quattro anni di contratto per un ct sono la garanzia di un progetto tutt’altro che precario che punta al mondiale del 2014 in Brasile. Lo stipendio è inferiore a quello percepito da Lippi, 1,2 milioni di euro netti l’anno, più piccolo anche di quello incassato da Cesare alla Fiorentina (2 milioni di euro). C’è una clausola che prevede, alla scadenza dell’europeo del 2012, una revisione dell’intesa: è la salvaguardia in caso di rovescio tecnico in Polonia. Ottima idea. Al suo fianco il prossimo ct avrà il collaboratore di fiducia, Gabriele Pin, e i due preparatori che lo hanno scortato a Firenze, Casellati e Venturati: da definire i ruoli di Narciso Pezzotti (potrebbe diventare capo degli osservatori), di Bordon (attuale preparatore dei portieri, da confermare) e di Peruzzi (destinato forse alla Lazio). Al suo posto il professor Castellacci di indiscussa capacità. «È uno staff di qualità» il giudizio di Abete. Prandelli ne ha preso atto. Mai parlato del figlio Nicolò, che ha lavorato con lui a Firenze (tra i preparatori atletici) e che si è accasato col Parma: un piccolo segnale di stile del prossimo ct.
Tutte le altre pedine sono da mettere in campo per il dopo-mondiale, secondo uno schema già collaudato in passato quando sulla panchina azzurra, nel giro di sei anni, dopo il flop di Trapattoni in Portogallo, si sono alternati Lippi (2004-2006), Donadoni (2006-2008) e ancora Lippi (2008-2010). Prandelli punterà su una nuova generazione di azzurri: è inevitabile per ragioni anagrafiche e non solo. L’emblema del suo ciclo può diventare Mario Balotelli: parla il suo stesso dialetto, bresciano, si capiranno. Poi largo ai giovani, da Bonucci a Ranocchia fino ai prodotti raffinati dall’under 21, attualmente affidata a Gigi Carisaghi. Per quest’ultimo, la scadenza del mandato è prevista per novembre: sarà confermato o congedato a seconda dei risultati nel frattempo raggiunti.
Tra le novità possibili, il ritorno in federcalcio di Arrigo Sacchi. Non più, naturalmente, con un mandato di natura tecnica, ma col compito organizzativo di rilanciare e ristrutturare il comparto delle squadre nazionali.
I due, Prandelli e Sacchi, hanno già lavorato fianco a fianco, in quel di Parma: e l’Arrigo ha imparato a conoscere in quella esperienza il temperamento di Cesare che è molto geloso delle proprie prerogative. Perciò non ci saranno collisioni di sorta tra l’uno e l’altro incarico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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