Sport

Prandelli va all'attacco "Difendo mio figlio e gli attaccanti azzurri"

Parte l'operazione Italia in vista degli Europei. Il ct e le sue scelte: "Vi sfido a trovare uno al posto di Di Natale e Giovinco". Poi difende il figlio Niccolò, che fa parte dello staff azzurro come preparatore atletico

Prandelli va all'attacco "Difendo mio figlio  e gli attaccanti azzurri"

La Spagna e l’esordio a Euro 2012 dista solo 26 giorni e ieri primo appuntamento a Coverciano per il gruppo allargato, al netto dei giocatori di Napoli, Juventus e Paris Saint Germain, che si sottoporrà alle visite mediche. La preparazione vera e propria, invece, comincerà lunedì prossimo. E mentre De Rossi deve guarire da una frattura a un dito della mano destra, Giovinco lamenta una distrazione al collaterale destro (10 giorni di stop la prognosi) e Chiellini lotta contro il tempo dopo lo stop nell’ultima di campionato (per lui niente finale di Coppa Italia a causa di un sospetto stiramento all’adduttore destro, come ha spiegato il professor Castellacci), incuriosiscono i tanti deb (tra cui un emozionato Verratti) «premiati» da Prandelli. Sul quale da settimane si rincorrono voci di un possibile ritorno su una panchina di club. Argomento delicato che il ct affronta con chiarezza.

«Ho un contratto fino al 2014 e lo rispetterò. In alcune interviste avevo solo detto che durante l’Europeo sarei stato oggetto delle critiche che toccano i vari commissari tecnici e delle conseguenti valutazioni», le parole di Prandelli che sentenziano la prosecuzione del rapporto. A chiudere la questione interviene anche il presidente Abete: «Se possibile siamo ancora più convinti della nostra scelta adesso rispetto all’inizio. Per la Federazione gli esiti dell’Europeo non influenzeranno il rapporto futuro sotto alcun punto di vista. Non ci saranno variabili legate all’andamento dell’Europeo stesso che ci faranno cambiare idea». I precedenti insegnano (vedi la fine del rapporto con Donadoni che pagò la mancata qualificazione alle semifinali dell’ultimo Europeo, ndr) e la Figc non vuole perdere, almeno a parole e prima dell’avventura in Polonia e Ucraina, un patrimonio come il ct di Orzinuovi.

Che risponde anche all’ingresso nello staff azzurro come preparatore atletico del figlio Niccolò, scelta che ha suscitato molte polemiche. «Avevamo necessità di tre nuove figure da inserire, fra i quali una nello staff tecnico - ha precisato Prandelli -. Niccolò ha già lavorato con tutti noi alla Fiorentina, conosce i nostri metodi. Auguro a tutti i padri di poter lavorare con i propri figli se hanno le qualità giuste come Niccolò e se lo meritano. Poi ognuno può pensare ciò che vuole».

Ecco che Prandelli affronta con entusiasmo, spirito d’appartenenza e forza delle idee quest’avventura. Mirando in alto pensando a un Europeo da affrontare con equilibrio, ordine tattico e valori tecnici. «Porre obiettivi minimi non è nel mio carattere, ogni allenatore ai nastri di partenza di una competizione pensa di poter arrivare fino in fondo e vincere», il proclama del ct. Che spiega la scelta dei sei attaccanti: «È un numero più che sufficiente per come vogliamo giocare, deciderò più avanti se tenerli tutti o escluderne uno. Perché questi nomi? Sfido chiunque a vedere qualcuno al posto di Totò (Di Natale, ndr) e Giovinco. Cassano ha recuperato al 100%, Balotelli ha giocato poco ma ha vinto il campionato e ora dobbiamo aiutarlo a esplodere all’Europeo. Destro infine è un giovane attaccante moderno, non una classica punta centrale che dà riferimenti».

Tra una settimana le prime risposte.

Commenti