«Ai soldi non penso - ha detto Thiago Silva -. La mia forza è la famiglia e soprattutto Dio. Sono molto credente e la devozione che ho per Nostro Signore l’ho tatuata anche sul braccio. C’è scritto: “Non sono padrone del mondo, ma sono figlio del padrone”. Tutto quello che sta succedendo è solo grazie a lui». E nessuno si sogna neppure lontanamente di mettersi di traverso al principale. Neppure Paolo Fernando Tonietto, il suo procuratore, che sottoscrive tutto: «Se il Milan dovesse decidere di venderlo, sarebbe per Thiago il miglior momento per cambiare squadra. I principali club d’Europa volevano Thiago ma quasi tutti pensavano che il Milan non si sarebbe mai privato di uno degli elementi più importanti della sua rosa».
Infatti verso le due di ieri pomeriggio Adriano Galliani e Leonardo si sono incontrati all’Hotel Bristol di Parigi e hanno iniziato a trattare il trasferimento di Thiago Silva. Leonardo vorrebbe chiudere al volo per evitare inserimenti di qualunque genere e depositare subito oggi il contratto, giorno di apertura ufficiale del mercato francese. Prima di ripartire per Rio, Thiago Silva sta aspettando l’ufficialità, i suoi agenti hanno risolto gli ultimi dettagli sul contratto, manca l’accordo economico fra i due club. Paris Saint Germain e Milan starebbero lavorando attorno a una cifra di 40 milioni più bonus per altri 10, per un totale che sfiora i 50.
Diventerebbe l’acquisto più costoso della storia della Ligue 1, record precedente per un’altra operazione firmata dal presidente qatariota, l’attaccante argentino Javier Pastore pagato la scorsa stagione 42 milioni al Palermo. Trattativa seguita in diretta dal presidente Nasser Al Khelaifi che ha raggiunto la sede del club nel primo pomeriggio, ma le cose andranno per le lunghe, alle 18,53 Galliani e Leonardo dopo tre ore di trattative, hanno lasciato il Bristol. «Stiamo parlando - ha detto l’Ad rossonero -, ma non c’è ancora l’accordo, sarà una trattativa lunga». Resterà a Parigi ad oltranza nel tentativo di alzare il più possibile il cash. Il Psg prenderà Thiago Silva ma un po’ dovrà anche sudarselo.
Oligarchi russi e sultani arabi stanno stravolgendo la mappa del calcio, i club europei hanno il compito di imparare a usarli, ma è un cartello che funziona a intermittenza, non c’è collaborazione perché in realtà sono tutti pronti ad accoglierli a braccia larghe. Non è vero che in Italia non hanno interessi ad investire, attendono solo che i libri siano a posto e magari che a qualche altro club venga la voglia di farsi uno stadio di proprietà. I sacrifici del Milan per ripianare il passivo di bilancio sembrano orientati alla ricerca di un partner solido, il desiderio dell’Inter di costruirsi un impianto stadio anche.
L’erede di Thiago Silva non c’è, si può solo pregare per un altro colpo in Brasile da dove dovrebbe arrivare Dedè, centrale difensivo del Vasco da Gama che supera il metro e novanta, 23 anni, tecnicamente fortissimo, tatticamente acerbo. Ma costa poco, il Vasco chiede 12 milioni, il Milan vuole stare sotto i dieci. Ma adesso l’ad deve fare i conti con i malumori, dei tifosi, ma soprattutto del resto della squadra. Antonio Cassano ha fatto sapere la sua opinione: «La cessione di Thiago Silva è un delitto, lui vale il cinquanta per cento della squadra. Il mio sogno è tornare a giocare con la Sampdoria, a fine Europeo dirò quale sarà il mio futuro».
L’inattesa sconfitta della Svezia ha mandato fuori giri Zlatan Ibrahimovic che durante l’intervallo e poi a fine partita ha avuto un duro confronto con i compagni di squadra. Raggiunto con un sms da Thiago Silva che lo avvertiva, come da promessa fra i due, della sua cessione al Psg, Zlatan Ibrahimovic è rientrato in fibrillazione. Galliani al suo rientro a Milano è atteso da giornate non facili.
Adesso l’attenzione di Leonardo è tutta sull’esterno basso di destra, nel mirino due brasiliani, Dani Alves del Barcellona e Douglas Maicon dell’Inter. Se dovesse arrivare una buona offerta, il Barcellona si separerebbe da Alves dopo una stagione giudicata mediocre e con un potenziale sostituto già in casa, Martin Montoya, altro prodigio della cantera catalana.
Se Maicon non va a Parigi rischia un’altra stagione a Milano, questa volta dopo aver chiaramente fatto intendere che ne aveva abbastanza.
Resta il migliore nel suo ruolo, se è vero che il Psg gli offre solo una stagione in più di contratto alla stessa cifra che percepisce dall’Inter, non si comprende come mai la società non gli prolunghi di un anno il contratto, questo sarebbe un sacrificio sensato, più del rinnovo di Cristian Chivu.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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