Pulvirenti provoca Agnelli: "Rigiochiamo la partita"

Il numero uno juventino avrebbe fatto bene ad accettare. Anche se il regolamento lo vieta. Il designatore Nicchi: "Si può ripetere solo per errore tecnico"

Il guardalinee ha detto di essere sereno. Beato lui. «Può capitare di sbagliare e capiterà ancora», ha fatto sapere Luca Maggiani al di là delle speculazioni sul suo tifo e su quella bandiera juventina postata su Facebook, che ha fatto nascere un giallo. Ma gli altri sono molto meno sereni. «Rigiochiamo la partita, e lo chieda Agnelli» è stata la provocazione di Antonino Pulvirenti, presidente del Catania al presidente bianconero. Se Agnelli avesse voluto vincere per ko e chiudere la polemica avrebbe dovuto rispondere: «D’accordo rigiochiamola, così la smetterete di piangere». Poi sappiamo bene quasi tutti che il regolamento non prevede simile opportunità. Ma per una volta la Juve si sarebbe dimostrata strafottente con giudizio, avrebbe messo d’accordo tutti e conquistato punti nella credibilità. Insomma avrebbe vinto ancor prima di giocare o appunto non giocare. Inutile, allora bisogna lasciar sfogo a Pulvirenti e a tutti coloro che si sentono defraudati, Juve compresa che avrà anche questo fantasma (dopo quello del gol di Muntari) ad inseguirla.
Pulvirenti ha lanciato la provocazione( «Rigiochiamo la partita, tanto loro sono sicuri di vincere...»)e additato i“suoi “ colpevoli. «Agnelli dice che vuole riformare il calcio. Inizi dalle cose più semplici, chieda lo 0-3 a tavolino per la sua squadra. Non gli daranno ascolto, ma farebbe un gran gesto. Serve una punizione severa per i giocatori della Juve: è inaudito, non è mai successo. A parti inverse ci avrebbero espulso tre giocatori della panchina. Avevano preso la decisione giusta, e questa è la cosa che fa più rabbia. Poi Maggiani ha indotto l’arbitro a sbagliare. La sudditanza psicologica è palese. Sul gol annullato il quarto uomo non si accorge nulla ed era vicino, cinque minuti dopo vede me da 40 metri che applaudo e giustamente mi butta fuori. Allora conosce il regolamento, solo che non vale per tutti».
In realtà pare che anche Pulvirenti non conosca il regolamento e glielo ha spiegato Nicchi, il designatore arbitrale: «Rigiocare Catania-Juventus? No, non si tratta di un errore tecnico, ma di un’errata valutazione, purtroppo un errore importante, di uno dei migliori assistenti. Maggiani ha sempre fatto bene in più di 200 partite in Serie A ed è apprezzatissimo all’estero. La terna arbitrale ha impiegato più di 45 secondi per prendere la decisione, ma potevano passare anche 30 minuti se non sei convinto di quello che fai».

Tante parole, ma sui fatti Nicchi è caduto un’altra volta: infatti ha pensato bene di designare Rizzoli, uno dei combina guai di Catania, per Palermo-Milan. Davanti a strafottenza così evidente non ci potrà mai essere salvezza: per il calcio e per gli arbitri. In Inghilterra stanno pensando di punire un arbitro per i troppi errori, qui li rimandano subito in campo.

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