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Quando la storia si scrive in rimonta. Così è entrato nella scia delle leggende

Il ducatista capace di recuperare 91 punti a Quartararo rievoca altre memorabili imprese: da Bartali a Tomba, da Thoeni a Nibali

Quando la storia si scrive in rimonta. Così è entrato nella scia delle leggende

Prima di Pecco Bagnaia mai nessun pilota della MotoGP aveva recuperato un gap di 91 punti dal capoclassifica, in quel momento Fabio Quartararo. Una rimonta senza precedenti per il ragazzo della Ducati, che ha conquistato domenica il titolo Mondiale di categoria.

Un traguardo raggiunto soltanto grazie a una risalita incredibile, che ha permesso a Bagnaia di entrare in un club esclusivo di grandi imprese sportive da parte degli atleti italiani. Per fortuna, guardando in casa nostra, se ne ricordano davvero tante. Da Gino Bartali ad Alberto Tomba, da Gustav Thoeni a Pietro Mennea, da Vincenzo Nibali a Valentina Vezzali, la lista è lunga ma intanto continua ad aggiornarsi. Fra le rimonte passate alla storia dello sport tricolore, c'è senza dubbio quella di Ginettaccio, che a 34 anni, nel Tour de France del 1948, recupera in due tappe uno svantaggio di 21' e 28 e conquista la maglia gialla. Al Giro d'Italia 2016, invece, Nibali ribalta la classifica nonostante il distacco di 4'43 a tre tappe dalla fine, dopo aver meditato anche il ritiro. Dalla strada alle piste da sci, un «gigante» Thoeni si mette al collo l'oro mondiale grazie a una rimonta da favola: da ottavo a primo. Vent'anni dopo, nello slalom olimpico di Lillehammer '94, Tomba risale nella seconda manche dal 12° al 2° posto. Le stesse posizioni che rimonta Valentino Rossi, idolo di Bagnaia, a Donington (2006) e in Australia (2008). Nel mezzo, c'è anche il trionfo di Assen 2007: da 11° a 1°. Senza dimenticare Donington 2000, quando Rossi parte 4° in griglia, sbaglia e si ritrova 13°, salvo poi superare tutti e vincere. Nella scherma, la regina del fioretto Vezzali in due occasioni, Pechino 2008 e Londra 2012 e sempre contro la stessa avversaria, si ritrova sotto nel punteggio nel finale ma riesce a ribaltare tutto e spuntarla all'ultima stoccata. Sempre alle Olimpiadi, come dimenticarsi dell'arrivo di Pietro Mennea, d'oro nei 200 metri d'oro a Mosca '80: settimo all'uscita dalla curva, il campionissimo di Barletta brucia di un soffio lo scozzese Wells. E che dire della finale dei 3000 siepi agli Europei di Helsinki '94, quando Alessandro Lambruschini scivola e cade ma, grazie a Francesco Panetta che lo aiuta a rialzarsi, dà il via a una rimonta epica che culmina con l'oro. Altra campionessa specialista di rimonte è Federica Pellegrini: ai Mondiali di Shanghai 2011 e Budapest 2017 vince gli ori grazie a una progressione micidiale nell'ultima vasca. Idem Gabriele Detti, che a Rio 2016 è salito sul terzo gradino del podio nei 400 stile dopo essersi ritrovato sesto ai 300 metri. Il tennis, una delle passioni di Pecco, ha visto Fabio Fognini, sotto di due set, ribaltare il match contro Nadal agli Us Open 2015.

Proprio l'anno in cui è morto Yogi Berra, il giocatore degli Yankees che ha lasciato uno dei più famosi aforismi: «Non è finita finché non è finita».

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