Torino - La partita più importante dell'anno, come l'ha definita ieri Antonio Conte, vedrà in campo dal primo minuto il giocatore che «è la Juventus. Giocherà Del Piero, sì. E' giusto che vada in campo. In estate dissi che lui e Buffon sarebbero stati i nostri valori aggiunti: lo hanno confermato in tutta la stagione e adesso, dopo che Gigi ha avuto le sue soddisfazioni, tocca ad Ale. Mi aspetto grande carisma, personalità, esperienza e voglia. Sono convinto sarà la sua partita». Il giardinetto è quello della coppa Italia, partendo dal 2-1 dell'andata. Nessuno però osi dire a Conte che si tratterebbe di un trofeo minore: «Noi non siamo più abituati a sederci al tavolo imbandito perché, volenti o nolenti, abbiamo smesso per un po' di giocare per vincere. Adesso, tramite un percorso lungo e tortuoso che ci ha visto prendere qualche scorciatoia, ci stiamo apprestando a ripercorrere quel cammino. E siccome non abbiamo a disposizione un ampio ventaglio di scelte, metteremo in campo tutte le nostre forze per regalarci un'altra vigilia importante come questa. Queste giornate però dovranno diventare un'abitudine».
Del Piero le conosce bene e - visto che l'anno prossimo, non per sua scelta, prenderà altre strade - tanto vale sfruttarne la carica in quella che potrebbe anche essere la sua ultima volta da titolare in una partita da dentro o fuori. Il numero dieci, di fronte al solito stadio esaurito, proverà così ad aiutare la Juve ad avvicinarsi a un trofeo che, al netto di calciopoli, manca dalla Supercoppa 2003: andrà a caccia del gol numero 286 con la maglia della Juve, del 25° in coppa Italia, del nono al Milan, del 18° segnato di martedì e del 31° nel mese di marzo.
Sarà la sua serata: una sorta di celebrazione che seguirà quella del quarto di finale contro la Roma, quando Del Piero ha segnato il suo unico gol stagionale con un destro straordinario finito all'incrocio dei pali. Il capitano sarà nel trio d’attacco, rispolverato per l’occasione, con Pepe e Vucinic. Torna Chiellini dopo i guai muscolari e non mancherà Pirlo, più che mai uomo guida di una squadra che «scenderà in campo per vincere, senza fare troppo conto sul vantaggio dell'andata - ha spiegato Conte -. Non mi piace speculare sull'avversario e non penseremo al risultato positivo del Meazza perchè non fa parte della mentalità mia e della squadra: altrimenti, potremmo anche passare il turno ma interromperemmo il nostro processo di crescita dal punto di vista mentale».
Stavolta non c'è nemmeno spazio per polemiche e punzecchiature varie al punto che, a una domanda di un giornalista arabo sulla questione arbitrale, Conte ha risposto scherzosamente dicendo che «adesso arriva uno straniero per chiedermi certe cose. Siamo sereni: sappiamo che i fischietti cercano di fare il loro meglio, sta a noi aiutarli. Ho grande rispetto per tutto il Milan. Non mi interessa se loro penseranno al campionato e alla Champions: la mia testa è solo per quello che dobbiamo fare noi».
Passare il turno e acquisire altra autostima, buona anche per il
campionato dove il secondo posto pare ormai in cassaforte: «Dobbiamo difendere la nostra posizione. Attaccando, guardando sempre avanti senza voltarci mai: il nostro obiettivo per il futuro è non avere più nessuno che ci preceda».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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