Un altro oro: impresa nella vela

La coppia azzurra Tita-Banti grazie al sesto posto nella Medal Race si aggiudica la medaglia d'oro

Un altro oro: impresa nella vela

Ruggero Tita e Caterina Banti conquistano la medaglia d'oro con il primo posto nella Medal Race di vela a Tokyo 2020.

Arriva il quinto oro ai Giochi Olimpici giapponesi. Un altro splendido trionfo dopo la vittoria di Vito Dell'Aquila nel taekwondo, quella della coppia Rodini-Cesarini nel canotaggio e la doppia impresa leggendaria nell'atletica leggera targata Tamberi-Jacobs. Stavolta i protagonisti si chiamano Ruggero Tita e Caterina Banti, che hanno sbaragliato la concorrenza nell'ultimo atto della Medal Race, piazzandosi sul gradino più alto del podio. L'Italia della vela aspettava questo momento da 13 anni, l'ultima medaglia risaliva infatti al bronzo di Diego Romero nella classe Laser a Pechino 2008. Un lasso di tempo interminabile, che ha tenuto lontano il tricolore italiano dal podio olimpico della vela. Oggi però l'imbarcazione condotta da Tita e Banti ha sfatato questo tabù, conquistando il metallo più prezioso, eguagliando Alessandra Sensini a Sidney 2008.

La gara

La vittoria era nell'aria, la coppia azzurra, in testa dalla prima giornata di gare, aveva dimostrato tutta la sua superiorità nella classe Nacra 17. Bastava conquistare il sesto posto per ottenere la vittoria, potendo gestire un margine di 12 punti nei confronti della Gran Bretagna (John Gimson/Anna Burnet) e 24 sulla Germania (Paul Kohlhoff/Alica Stuhlemmer).

Il margine di vantaggio molto rassicurante ha indotto gli azzurri a disputare una regata decisamente conservativa nell'ultimo atto della Medal Race. Così si sono incollati agli inglesi, non mollandoli più. Ad ogni virata di Gimson-Burnet rispondevano anche gli italiani, evitando la minima separazione. Nel frattempo gli altri equipaggi prendevano il largo e questo faceva il gioco degli azzurri. Dopo il primo lato di bolina la Gran Bretagna si trovava in settima posizione, gli azzurri ottavi. La regata proseguiva con il medesimo copione: la prua dell’equipaggio tricolore rimaneva sempre a tiro dei rivali.

La Medal Race si concludeva dunque con il successo degli argentini Santiago Raul Lange-Cecilia Carranza Saroli: i campioni olimpici di Rio 2016 precedevano i danesi di 19" e gli americani di 30". Gimson-Burnet tagliavano il traguardo in quinta piazza a 56", Tita-Banti sesti a 1'07", piazzamento più che sufficiente per festeggiare l'oro. Gli azzurri si sono dunque imposti in classifica generale con 35 punti netti, scartando come peggior risultato un ottavo posto. Gimson-Burnet si sono fermati a 10 lunghezze dai velisti italiani, mentre il bronzo è andato al collo dei tedeschi Paul Kohlhoff-Alica Stuhlemmer, oggi ottavi in Medal Race.

Questa è la 16° medaglia olimpica della vela italiana, in assoluto il quarto oro nella storia dei Giochi Olimpici dopo Sensini (2000), Leone Reggio (1936), Strulino-Rode (nel 1952) . La vittoria arriva a corredo di un periodo davvero d'oro per la coppia Tita/Banti: sono già due le medaglie ai mondiali nel Nacra 17, un bronzo nel 2017 e un magico oro nel 2018. Inoltre la flotta azzurra ha dominato il panorama europeo confermandosi campioni per ben due volte dopo il primo exploit continentale nel 2017. Adesso arriva la vittoria più bella di tutte, la conquista dell'oro alle Olimpiadi. Un successo storico che li proietta nella leggenda della vela.

Ciclismo su pista: Italia in finale col record mondiale

Il quartetto azzurro del ciclismo su pista conquistano un posto nella finale dell'inseguimento a squadre a Tokyo 2020. Il quartetto composto da Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan, supera la Nuova Zelanda con uno stratosferico 3'42"307. È il nuovo record del mondo. Finale domani, nella mattinata italiana, contro la Danimarca. Un vero e proprio caso l'approdo dei danesi in finale, deciso da una controversia senza precedenti. Nella seconda semifinale contro la Gran Bretagna, Frederik Madsen colpisce un atleta britannico, Oliver Wood, staccatosi all'inizio dell'ultimo chilometro, costringendo a una brusca interruzione della gara.

Una situazione di difficile interpretazione per la giuria, che soltanto dopo 40 minuti conferma il successo dei danesi, senza dunque tener conto della caduta e congelando il risultato ottenuto fino all'incidente.

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